TARANTO – Omicidio di Sarah Scazzi, ci sono diversi errori nella sentenza che, il 20 aprile del 2013, ha condannato per l’assassinio della quindicenne di Avetrana (Taranto), Sabrina Misseri, Cosima Serrano, Michele Misseri e Carmine Misseri. E’ quanto riferisce Mimmo Mazza sulla Gazzetta del Mezzogiorno.
Nelle 1.631 pagine, depositate undici mesi dopo la lettura del dispositivo, ci sarebbero errori, per esempio, riguarda al risarcimento danni chiesto dal Comune di Avetrana, costituitosi parte civile nel processo. Scrive Mazza:
“Nelle motivazioni viene stabilito, a pagina 1.627, il pagamento di 14.985 euro per le spese legali sostenute dal Comune di Avetrana ma nel dispositivo non se ne fa alcun cenno. Inoltre, sarebbe incompleto il compendio delle pene accessorie inflitte agli imputati”.
E mentre sono stati depositati ricorsi contro la sentenza di primo grado, si torna davanti alla Corte d’Assise il 18 giugno. In aula ci saranno, oltre ai pubblici ministeri, gli imputati Sabrina Misseri, Cosima Serrano, Michele Misseri e Carmine Misseri, assieme ai loro difensori.
In camera di consiglio si correggeranno gli errori materiali compiuti nella stesura della sentenza.
La corte d’assise nelle motivazioni della sentenza ha riconosciuto il risarcimento del danno in favore del Comune di Avetrana, rilevando che
“la piccola comunità locale, del quale il Comune è ente esponenziale, abbia risentito dei fatti così come contestati, in termini di turbamento nonché abbia patito un danno della propria immagine, per cui il predetto Comune debba intendersi soggetto direttamente danneggiato. Il dibattimento ha in concreto dimostrato che il Comune di Avetrana, si componga realmente di una piccola comunità di persone, spesso legate tra di loro da rapporti di parentela, affinità, a volte di amicizia e, più spesso, di mera conoscenza. Si tratta di una comunità autoreferenziale. Ne discende che un evento così brutale e inaspettato, verificatosi all’interno della collettività avetranese ed a causa della condotta di cittadini di Avetrana, abbia arrecato un danno alla stessa comunità”.
La corte ha stabilito anche un rimborso di 15mila euro di spese legali, ma nel dispositivo di questa somma non c’è traccia, scrive Mazza.
Corrette queste mancanze, il fascicolo sarà trasmesso alla Corte d’assise d’appello che avrà tempi stretti.
“Il 20 gennaio del 2015 decoreranno i termini di custodia cautelare per Sabrina Misseri e sua madre Cosima che dunque torneranno libere se entro quella data non sarà stata emessa una nuova sentenza di condanna nei loro confronti. Ecco perché il processo d’appello potrebbe partire anche in piena estate”.