ROMA – Aerosol: contro il raffreddore serve a… niente! Quei dieci minuti con l’aerosol in bocca al bambino per fargli passare raffreddore, tosse o mal di gola, sono tempo buttato: i nebulizzatori spesso riempiti con dei cortisonici non servono, sono un mito tutto italiano che fa stare più tranquille le mamme ma che produce zero efficacia contro le rinofaringiti, comunque le piccole infiammazioni delle alte vie aeree, i tipici malanni di stagione.
Per curarli, per eliminare i fastidiosi muco e catarro, vanno molto meglio altre precauzioni e trattamenti: i pediatri consigliano di far bere molta acqua ai piccoli, effettuare i lavaggi nasali (i lavaggetti), umidificare gli ambienti (tra il 45 e 55%), tenere la temperatura non oltre i 20 gradi, lavarsi sempre le mani e utilizzare fazzoletti di carta usa e getta.
Mettere nell’aerosol dei farmaci cortisonici oppure una soluzione fisiologica (acqua pura, con uno 0,9% di cloruro di sodio) è la stessa cosa quanto a efficacia: è nulla, come ha dimostrato un test sperimentale su dei bambini. Differente è la questione se l’allarme è sulle basse vie respiratorie, trachea, bronchi, polmoni. In questo caso il nebulizzatore aerosol è utile perché veicola fino in fondo il farmaco dedicato.
«Nei disturbi delle alte vie respiratorie l’aerosol è sempre inappropriato perché inutile, non riduce i sintomi né i tempi di decorso della malattia – conferma Clavenna -. Per le afflizioni delle basse vie c’è evidenza scientifica dell’utilità della aerosolterapia, ma solo per alcune specifiche condizioni: il broncospasmo nei bambini piccoli, la fibrosi cistica ed eventualmente la prevenzione nel caso di broncospasmo frequente». Nel caso del broncospasmo (spesso associato a infezioni virali, in questo caso si parla di bronchite asmatica) è indicato il trattamento con salbutamolo, che può essere somministrato tramite aerosol o con inalatore applicato a un distanziatore, eventualmente con mascherina. (Laura Coppini, Corriere della Sera)