Giappone approva test su embrioni ibridi uomo-animale per i trapianti di organi

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 31 Luglio 2019 - 13:21 OLTRE 6 MESI FA
Embrioni ibridi uomo-animale in Giappone

Un embrione (Foto archivio ANSA)

ROMA – Approvati test su embrioni ibridi uomo-animale in Giappone. I ricercatori potranno fare esperimenti sulle cellule umane in embrioni di topo e ratto, per farli sviluppare in animali surrogati come i maiali per ottenere organi per i trapianti.

La ricerca è condotta da Hiromitsu Nakauchi dell’Università di Tokyo e Stanford University ed è la prima ad aver ottenuto l’approvazione da quando il governo giapponese ha eliminato il divieto di questo tipo di sperimentazione.

Cesare Galli, fondatore e direttore di Avantea, laboratorio per la riproduzione animale e la ricerca biotecnologica, ha spiegato all’ANSA: “I dati presentati non sono una novità, ma è senz’altro una strada interessante da percorrere. Tuttavia le applicazioni sono ancora molto lontane, più degli xenotrapianti (trapianti di tessuti o organi provenienti da una specie diversa): c’è parecchio lavoro da fare prima di poter passare da animali relativamente semplici a quelli più complessi e utili per l’uomo, come il maiale”.

Lo studio dei ricercatori guidati da Nakauchi è stato presentato su Nature e prevede la creazione di un embrione animale che manca di un gene necessario per lo sviluppo di un determinato organo, come ad esempio il pancreas. Il secondo passo della tecnica è quello di iniettare nell’embrione animale le cellule staminali umane (iPS), cellule riprogrammate per dare vita a qualsiasi tipo di cellula adulta.

Quello che gli scienziati si aspettano è che l’embrione, durante lo sviluppo, utilizzi le cellule staminali per costruire l’organo mancante. Nakauchi e colleghi hanno già condotto un esperimento di questo tipo nel 2017: hanno iniettato cellule staminali di topo in un embrione di ratto, che le ha utilizzate per produrre il pancreas.

Nel 2018 lo stesso gruppo di ricerca ha inserito cellule staminali umane in embrioni di pecora nello studio della tecnica, ma senza successo: dopo 28 giorni di crescita, l’embrione ibrido conteneva pochissime cellule umane e non era riuscito a sviluppare l’organo mancante. Un altro ostacolo che incontrerà la ricerca giapponese sarà quello di evitare che le cellule umane si diffondano oltre l’organo mancante, ad esempio viaggiando fino al cervello e influenzandone lo sviluppo cognitivo.

Per Galli, “evitare che le cellule arrivino al cervello richiederà altre modifiche genetiche. Poi c’è anche il problema della vascolarizzazione, bisogna vedere se le cellule dei vasi sanguigni che si sviluppano negli organi ibridi sono umane o animali. Nel secondo caso la risposta immunitaria del paziente in caso di trapianto non sarebbe buona”.

Per questi motivi, i ricercatori procederanno molto lentamente nello sviluppo della tecnica: inizialmente, gli embrioni di ratto e topo verranno fatti sviluppare solo per 14-15 giorni. Solo in una seconda fase si passerà a far crescere gli embrioni ibridi in maiali, per circa 70 giorni. (Fonte ANSA)