Paralizzati per una lesione del midollo spinale tornano ad usare una mano: lo studio australiano

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Luglio 2019 - 07:15 OLTRE 6 MESI FA
Paralizzati per una lesione del midollo spinale tornano ad usare una mano: lo studio australiano

Paralizzati per una lesione del midollo spinale tornano ad usare una mano: lo studio australiano

MELBOURNE –  Tornare a muovere una mano e il gomito dopo essere rimasti completamente paralizzati in seguito ad una lesione del midollo spinale: è quel che è successo a tredici giovani adulti che sono stati sottoposti ad una sperimentazione clinica che ha visto un innesto tra nervi. 

I tredici volontari hanno ricominciato autonomamente a compiere azioni come bere, mangiare, scrivere e lavarsi i denti da soli grazie a una nuova tecnica chirurgica che ”ricuce” tra loro nervi sani riallacciandoli ai muscoli paralizzati e ridando, così, movimento alla mano e al gomito grazie al recupero del funzionamento muscolare. L’importante risultato si deve al lavoro dell’équipe di Natasha van Zyl del Austin Health a Melbourne, in Australia.

Nella sperimentazione australiana, che vanta già un follow up di diversi anni dall’intervento, i soggetti coinvolti, inizialmente 16, erano tutti giovani per lo più reduci da incidenti stradali o durante la pratica sportiva, rimasti tetraplegici a causa di una lesione del midollo spinale.

I chirurghi hanno letteralmente ricucito i nervi per ridare funzionalità ai muscoli paralizzati dall’incidente. Più precisamente i chirurghi hanno preso nervi sani che controllano piccoli muscoli minori (ad esempio della spalla) e li hanno dirottati verso i muscoli paralizzati, innestandoli su nervi ancora sani ma ‘spenti’ perché ‘scollegati’ dal cervello a seguito della lesione midollare (senza ricevere impulsi dal cervello i nervi non possono comandare i muscoli).

L’innesto consente di riaccendere questi nervi e quindi ripristinare il funzionamento muscolare dei muscoli maggiori del braccio e della mano, ad esempio i tricipiti. Dopo la chirurgia i pazienti hanno seguito per ben due anni un intenso programma di riabilitazione, alla fine del quale hanno ripreso il movimento della mano trattata, con capacità di afferrare e poggiare oggetti, svolgere in autonomia operazioni quotidiane come mangiare o lavarsi i denti o pettinarsi e truccarsi, stendere il braccio e quindi spingere la sedia a rotelle o spostarsi da essa in macchina. (Fonti: Ansa, The Lancet)