Polio a New York, stato d’emergenza: Cronache e titoli del presunto impossibile

Un titolo de La Repubblica ma soprattutto una cronaca di ciò che pareva impossibile: polio a New York, New York che dichiara stato d'emergenza per la polio. Quella polio che era stata sepolta e scacciata dalla vaccinazione di massa. Ma una cattiva cultura sta sabotando la manutenzione della vaccinazione di massa.

di Riccardo Galli
Pubblicato il 12 Settembre 2022 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA
Polio a New York, stato d'emergenza: Cronache e titoli del presunto impossibile

Polio a New York, stato d’emergenza: Cronache e titoli del presunto impossibile FOTO ANSA

Impossibile, non può essere, ma come la polio? La poliomielite qui, oggi? La malattia già sconfitta, anzi scacciata dal mondo in cui abita l’umanità contemporanea, quella, proprio quella? Quella dei film e documentari in bianco e nero degli anni cinquanta del secolo passato? Quella dei bambini e poi adulti colpiti le cui gambe dovevano essere ingabbiate in sostegni di ferro e cinghie perché mai avrebbero camminato più? Quella che prima dei vaccini non si curava, non c’era cura? Vaccini che per nostra fortuna non c’erano tra i nostri genitori e nonni no vax e, se c’erano, nessuno regalava loro tempo e spazio in tv e non c’erano siti di onanismo cospiratorio ossessivo-compulsivo. Molti dei no vax di oggi, fossero stati no vax al tempo della polio, esprimerebbero ora il loro orgoglioso e longevo no ai “sieri” seduti su una sedia a rotelle. La polio, quella che non si prendeva più perché non c’era più? Impossibile, non può essere.

A New York!

E invece ecco un titolo (La Repubblica) di giornale e soprattutto una cronaca del presunto impossibile: a New York, la New York ancora ombelico del mondo degli umani, la polio c’è. Qui, adesso. Tanto che le autorità cittadine hanno dichiarato lo stato d’emergenza. Im cosa consiste l’emergenza? Non nel numero dei casi registrati di polio contratta, non nel numero dei malati che resta bassissimo in relazione alla popolazione. L’emergenza sta in una renitenza sociale alla profilassi.

Renitenza sociale

Un contagio, quale che sia, si ferma se prima lo hai arginato. E l’arginare è una scelta culturale e politica prima ancora che sanitaria. Se la comunità decide e pratica e costruisce l’argine, allora non c’è emergenza. Se la comunità esita o addirittura recalcitra nella costruzione dell’argine, allora il contagio è emergenza. Come dimostrano decenni e decenni su scala planetaria la vaccinazione di massa anti polio aveva e ha creato argini altissimi mai scavalcati dal contagio. Ma l’argine ha bisogno di manutenzione, fuor di metafora la vaccinazione di massa non è ereditaria, non si tramette di generazione in generazione.

Così, col passare dei decenni, qualcuno ha cominciato a non vaccinarsi più. Per pigrizia, per senso di invulnerabilità rispetto alla polio, per inoculata (con successo) pseudo cultura del sospetto verso medicina, scienza, stato, sistema tutto mischiato. E le quote marginali ma crescenti di popolazione non vaccinata sono la frana, prima piccola, che poi allarga l’argine. La renitenza sociale alla vaccinazione, alla sua manutenzione, ha riportato la polio fuori dagli argini in cui era stata quasi sepolta.

La salvezza dei puri

L’incidenza dei nuovi casi di polio a New York è massima nelle zone abitate dagli ebrei ultra ortodossi chassidici. Non è un’esclusiva di questo ramo dell’ebraismo il rifiutare come peccato la vaccinazione. Anzi, l’atteggiamento anti manomissione da parte umana di ciò che divinità fa e dispone lo si trova nella cultura profonda di tutte le religioni costituite come fedi. Vaccini, trasfusioni e talvolta anche terapie mediche vengono rifiutati e respinti come qualcosa che rende impuri e, veicolando impurità, allontana dalla salvezza. Salvezza che non è di questo mondo e il cui raggiungimento suppone (se non addirittura presuppone come condizione) sofferenza e dolore in questo di mondo.

Segmenti marginali (ma non troppo marginali) delle diverse e molteplici confessioni religiose attingono a questo pozzo profondo della “purezza” come pegno da pagare alla divinità per avere dalla divinità salvezza. Quindi molti “ortodossi” di tutte o quasi le religioni diffidano dei vaccini e li respingono come impurità introdotte nel corpo loro donato da dio come inviolabile tempio. I più tra loro non lo sanno, ma anche i No Vax sono il prodotto di un impianto religioso, la fede nella propria salvezza (dai virus) restando puri (senza vaccino). Sommessamente, a nome di tutti i virus, da New York la polio ringrazia.