Sanità, 9 Asl su 10 sul lastrico. Tagliati i viveri ai nutriti artificialmente

Pubblicato il 13 Dicembre 2012 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sanità, la spending review non funziona, i risparmi non bastano e Asl e ospedali sono costretti a tagliare letteralmente i viveri ai pazienti. I dati forniti dalla federazione che raccoglie aziende ospedaliere e nosocomi, Fiaso, illustrano il fallimento della politica dei risparmi come vettore di sostenibilità. Per Fiaso, significa solo che diminuiscono i servizi, si centellinano le prestazioni, si riduce il personale perché i tagli non restitusicono quello che il Governo toglie. Per questo le Asl laziali hanno già comunicato che ai pazienti nutriti artificialmente a domicilio le soluzioni nutrizionali non saranno più fornite in misura sufficiente. Per questo alle Molinette di Torino la somministrazione dei farmaci avviene col contagocce. Per questo vengono chiusi i servizi notturni ai dializzati che lavorano di giorno.

Le previsioni di budget fornite da Fiaso sono deprimenti. Il 95% delle strutture sanitarie è fuori bilancio, anche, ed è un aspetto decisivo, nelle regioni virtuose. Nel 2014, a fronte di una spesa sanitaria prevista pari a 129,19 miliardi circa, il finanziamento statale programmato sarà invece di 110,79 miliardi, con un conseguente sottofinanziamento pari a 18,40 miliardi. Per il 2013, invece il sottofinanziamento rispetto al fabbisogno di spesa sanitaria sarà pari a 15,88 miliardi. I dati, fra l’altro, sono stati consegnati dalla Ragioneria di Stato. La scure di Enrico Bondi, il commissario alla spending review, agisce a senso unico, senza compensazioni, gli ospedali non ce la fanno ad adeguarsi. Per dire, la voce “spese per i fornitori”. Bondi prescrive un taglio del 5% nel 2012 e del 10% nel 2013:  secondo  Fiaso per quest’anno i risparmi raggiungeranno invece il 2% e per il prossimo il 2,6%. Stessa cosa, con percentuali oscillanti, negli sconti per le forniture, nei servizi non sanitari per mensa e pulizia, nei dispositivi medici spesso ad alto contenuto tecnologico (tac, risonanze, stent coronarici). Un po’ meglio è andata solo nei risparmi per la manutenzione degli impianti.