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Sigaretta elettronica aumenta il rischio di più del 40% di contrarre malattie polmonari

La sigaretta elettronica aumenta il rischio di oltre il 40% di contrarre delle malattie polmonari. E’ quanto emerge da uno studio della Boston University.
 
Secondo lo studio, i giovani avrebbero un rischio più alto di ammalarsi di asma, bronchite cronica e broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco).
Le sigarette elettroniche sono state pubblicizzate dalle aziende produttrici come alternative più sicure al fumo delle “bionde”..
 
Poiché sul mercato i prodotti sono relativamente recenti – guadagnando enorme popolarità negli ultimi anni – è stato difficile stabilire con certezza se nel tempo potessero comportare dei problemi di salute.

Sigaretta elettronica, il nuovo studio rileva che lo svapo non è privo di rischi

I ricercatori hanno scoperto tassi più elevati di enfisema, bronchite cronica e Bpco tra le persone che hanno iniziato a svapare da giovani e stavano entrando nella mezza età. 
 
Hanno trattato separatamente le persone che avevano usato altri prodotti a base di tabacco o marijuana che potrebbero aumentare il rischio di problemi respiratori, con o senza l’uso di sigarette elettroniche.
I risultati dello studio, pubblicato su Jama Network Open, si basavano su un gruppo di 21.618 adulti selezionati a partire dal 2013 e fino al 2018.
Più di 5.000 persone, o l’11,6% del gruppo complessivo, erano ex consumatori di sigarette elettroniche e il 5,2% (2.329) le utilizzavano ancora al momento della selezione.
È stato scoperto che le sigarette elettroniche hanno livelli sempre più bassi di alcune delle sostanze chimiche tossiche che rendono il fumo dannoso per i polmoni.

Sigarette elettroniche contengono comunque nicotina

Ma hanno un ingrediente che crea dipendenza: la nicotina.
I giovani che svapano in realtà hanno più probabilità di iniziare a fumare, rispetto a chi non fa uso di e-cigarette, secondo la Truth Initiative.
Nel gruppo studiato dal team della Boston University gli ex svapatori avevano un rischio maggiore del 21% di sviluppare malattie respiratorie e le persone che ancora svapavano il rischio era del 43%.
Avevano il 33% in più di rischio di contrarre la bronchite cronica, il 69% in più di ammalarsi di enfisema e il 57% in più di probabilità di sviluppare la Bpco.
Prima che la pandemia di coronavirus diventasse l’emergenza sanitaria del secolo, l’aumento dello svapo di adolescenti e giovani negli Usa era diventata una priorità sanitaria assoluta.
 
A preoccupare anche l’ondata di malattie polmonari potenzialmente mortali tra le persone. 
I funzionari dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno scoperto che le terribili malattie erano collegate all’acetato di vitamina D.
 
La sostanza è usata per riempire i vapori con e-liquid di cannabis contraffatti.
Ma era un precoce segnale di avvertimento che i dispositivi non erano del tutto sicuri (oltre all’occasionale esplosione di un’e-cigarette difettosa).
Quest’ultimo studio indica che anche i vaporizzatori potrebbero causare danni a lungo termine.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un drammatico aumento dell’uso di sigarette elettroniche tra i ragazzi e i giovani adulti che minaccia di ribaltare anni di battaglie contro l’uso del tabacco”.
 
A spiegarlo è Andrew Stokes, coautore dello studio.
“Questa nuova prova indica inoltre che a causa dello svapo, potrebbe esserci un aumento delle malattie respiratorie man mano che i ragazzi e i giovani adulti crescono e arrivano alla mezza età” 
(fonte: Daily Mail). 
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