Vaccino Novavax: come è fatto, come funziona e perché è diverso da tutti gli altri

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Dicembre 2021 - 10:05 OLTRE 6 MESI FA
Vaccino Novavax: come è fatto, come funziona e perché è diverso da tutti gli altri

Vaccino Novavax: come è fatto, come funziona e perché è diverso da tutti gli altri FOTO ANSA

Una tecnologia tradizionale per il nuovo vaccino anti-Covid autorizzato dall’Agenzia europea del farmaco (Ema), ovvero il vaccino Novavax. Commercializzato con il nome di Nuvaxovid e Covovax (in India), l’ultimo immunizzante in ordine di tempo ad arrivare sul mercato è un vaccino proteico. Ossia contiene frammenti prodotti in laboratorio della proteina Spike, che si trova sulla superficie del virus Sars-CoV-2. Al suo interno anche un adiuvante, la saponina.

Perché il vaccino Novavax è diverso dagli altri

Diversamente dai vaccini Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Johnson&Johnson, Sputnik, che usano tecnologie a mRNA e vettore virale, quello prodotto dalla casa farmaceutica statunitense Novavax non è un vaccino genico. Creato attraverso la tecnica delle proteine ricombinanti. Una tecnologia già ampiamente sperimentata fin dagli anni ’80 per esempio contro l’epatite B. NVX-CoV2373, questa la sigla, come qualsiasi altro vaccino ha l’obiettivo di stimolare il sistema immunitario. E fargli produrre una risposta contro l’aggressione di un agente esterno.

Da cosa è composto il vaccino Novavax

È composto da frammenti proteici del virus partendo dall’immissione in un baculovirus (virus svuotato del suo contenuto genetico) di una porzione di Dna con le informazioni utili a produrre la proteina Spike. In una fase successiva, alcune cellule vengono infettate dal virus e quando il materiale è all’interno, il baculovirus libera il materiale genetico. Utile alla produzione della Spike. Proteina che, una volta prodotta, è rilasciata al di fuori delle cellule. Le nanoparticelle virali contengono fino a 14 proteine Spike, a cui si aggiunge un adiuvante che stimola il sistema immunitario.

Un’ingegneria, quella di Novavax, completamente differente dalla tecnologia a mRna (Moderna e Pfizer), che consiste invece nell’iniezione di un frammento di Rna che serve a far produrre soltanto la proteina Spike. Il protocollo del nuovo vaccino prevede la somministrazione di due dosi a distanza di 21 giorni, l’immunizzante resta stabile tra i due e gli otto gradi. Quando viene inoculato, il sistema immunitario si attiva e legge le particelle proteiche come estranee. A questo punto comincia a produrre difese naturali attivando anticorpi e linfociti T e B.