Farfarout, a 20 miliardi di chilometri dal Sole è l’oggetto celeste più lontano

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 1 Marzo 2019 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA
Farfarout, scoperto l'oggetto celeste più lontano dal nostro Sole

Farfarout, a 20 miliardi di chilometri dal Sole l’oggetto celeste più lontano

ROMA – Un oggetto celeste che orbita a 20 miliardi di chilometri dal Sole si è aggiudicato il primato di corpo più esterno del sistema solare. Farfarout, così è stato soprannominato dagli scienziati, dato che a dicembre FarOut, letteralmente “distante esterno”, era stato osservato a 18 miliardi di chilometri dalla nostra stella.

La scoperta si deve ai ricercatori coordinati da Scott Sheppard, del Carnegie Institution for Science di Washington, ma altre osservazioni serviranno per avere una conferma. Il corpo celeste appena osservato, come anche quello osservato a dicembre 2018, si trovano a distanze tali che per raccogliere maggiori informazioni sulle loro orbite e sulle loro caratteristiche serviranno molte osservazioni e forse anche anni di studio dedicato.

L’oggetto più distante del nostro sistema solare è stato trovato per caso da Sheppard, che stava esaminando vecchi dati a caccia del Pianeta Nove, un corpo celeste che secondo gli astronomi si trova oltre la fascia di Kuiper e spiegherebbe il moto e le orbite di asteroidi e comete. Pianeta Nove, lo dice il nome, sarebbe il nono pianeta del sistema solare dopo il declassamento del povero Plutone a pianeta nano nel 2006 dall’Unione internazionale astronomi (Uai).

Dal 2016, quando fu annunciata la possibile esistenza di un nuovo pianeta più esterno, la caccia si è aperta tra gli astronomi, ma al momento non ci sono prove che la teoria sia confermata. Sheppard, commentando la scoperta di Farfarout, ha spiegato: “Questi corpi celesti così distanti sono come briciole di pane che ci conducono al Pianeta 9. Più ne troviamo, meglio potremo capire la zona più esterna del Sistema Solare e la possibile esistenza di un pianeta che modelli le loro orbite. Sarebbe una scoperta che riscriverebbe tutto ciò che sappiamo sull’evoluzione del Sistema Solare”.

Fonte Science