Inchiesta G8: nel mirino dei pm Marco Simeon, filo conduttore tra la “cricca” e il Vaticano?

Pubblicato il 22 Giugno 2010 - 11:58 OLTRE 6 MESI FA
simeon

Il cardinale Angelo Bagnasco con Marco Simeon

Nell’inchiesta sugli appalti per i Grandi Eventi, spunta l’uomo che avrebbe fatto da intermediario tra il Vaticano e la “cricca”, quel filo conduttore tra il Cardinale Crescenzo Sepe e Angelo Balducci, tra Propaganda Fide e il sistema delle Grandi Opere, tra Diego Anemone e Pietro Lunardi: è Marco Simeon, 32 anni, infant prodige italiano figlio di un benzinaio di Sanremo, pupillo di Bagnasco e Bertone come di Scajola e di di Cesare Geronzi, da ottobre responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali della Rai. Di lui si occupò, nel dicembre del 2009, Blitzquotidiano che dedicò un profilo alla sua irresistibile ascesa.

Il suo nome è entrato nel mirino dei pm di Perugia che sono incappati in alcune telefonate tra Simeon e Fabio De Santis, allora Provveditore per le Opere pubbliche della Toscana, risalenti al 2009. Gli inquirenti sottolineano come tra i due ci fosse confidenza e soprattutto consuetudine. In una telefonata riportata dalla Repubblica, in particolare, De Santis chiede a Simeon se abbia ricevuto un “documento” da Fabrizio Ciotti, alto funzionario del Dipartimento della Ferratella guidato da Balducci e poi gli chiede di fare da mediatore per procurargli un incontro con Gian Michele Calvi, successore di De Santis come “soggetto attuatore” del G8 alla Maddalena e architetto del progetto C.a.s.e. dell’Aquila. “Volevo farti una preghiera – dice De Santis secondo le intercettazioni pubblicate da La Repubblica – sempre d’accordo con il coach, no? (verosimilmente Balducci, ndr) Siccome i toni si sono alzati del contrasto con quella persona… Diciamo il salvatore della Patria (Calvi, ndr) no? Allora sarebbe bene, siccome vanno tutti a soffiare sul fuoco dicendogli che io parlo male di lui… Allora servirebbe, ad altissimo livello, un chiarimento. Ma vis a vis”. Dall’altra parte della cornetta Simeon si mette subito a disposizione forte dell’appoggio degli “altissimi livelli”, tanto che nel rispondere usa il plurale: “Cerchiamo di organizzarti un incontro”. Quegli altissimi livelli sono i vertici della Santa Sede?

Ma non è tutto. Dalle indagini sembra che Simeon fosse assiduo frequentatore anche di Angelo Balducci con cui si vedeva regolarmente a piazza di Spagna, nel centro di Roma. Luogo dove ha i suoi uffici Propaganda Fide ma anche Capitalia-Unicredit. Incontri per fare cosa? Le indagini vanno avanti ma gli inquirenti non escludono che la frequentazione potesse avere altri motivi oltre al “traffico di influenze” tra le due sponde del Tevere.

Ma chi è Marco Simeon? È uno dei trentenni più rampanti di qua e di là del Tevere, anche se nessuno se lo è ancora filato bene, un po’ per la rapidità della sua ascesa e un po’ perché l’uomo, anzi il ragazzo, si è mosso con i modi felpati che si usano nelle sacre stanze, tra una genuflessione, una prece mormorata in latino e una dedizione assoluta a questo e a quell’altro monsignore ben piazzato nelle gerarchie.

Dicono addirittura che sia stato uno dei pochi ad avere libero accesso nell’appartamento papale, ai tempi di Giovanni Paolo II, considerata la sua confidenza con l’attuale arcivescovo di Cracovia, allora segretario polacco di Woytila, don Stanislao. E dicono anche che nessuno sia stato bravo, come Marco Simeon, a conquistare paralleli e significativi favori di qua e di là delle Mura Leonine: consulente di fiducia (e di portafoglio) di Cesare Geronzi a Capitalia e poi anche a Mediobanca e vicinissimo al Cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano.

Simeon questo sconosciuto, diventato ora il cardine di una triangolazione Rai-Vaticano-Grande Finanza, sbuca dal nulla nella tentacolare, ma un po’ periferica città di Sanremo, tra fiori e canzonette. Anzi, sono proprio i fiori a lanciarlo. Lui è il figlio di un benzinaio, avviato a rilevare l’impianto del padre a due passi dal Casinò. Ma non ci sta. A scuola è bravo, un secchione, occhiali spessi e fisico non fortunatissimo e si mette in luce, soprattutto con il prof di religione.

Diventa l’anima della cooperativa sociale “Il Cammino”, un movimento cattolico con scopi di solidarietà e assistenza, che si trasforma presto in un centro di forte aggregazione socio-politico-amministrativa, che si trasforma, a sua volta, in un piccolo centro di potere sull’asse inedito Sanremo-Vaticano, all’ombra delle chiese e, soprattutto, di sacrestie, parrocchie e oratori.

Chi manda i fiori e le palme di Sanremo per le grandi cerimonie sul sagrato di san Pietro? Ma ovviamente l’associazione “Il cammino”, che piano piano si affermerà nella città dei fiori, nel cuore del potere postdemocristiano e guadagnerà una fama tra i monsignori vaticani, a colpi di bouquet, corbeilles e grandi guarnizioni floreali.