Primo maggio alla Rinascente, ma non da Cova: i negozi aperti a Milano

Pubblicato il 28 Aprile 2011 - 18:12 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – La città del commercio sembra divisa: dopo la scelta del Comune di Milano di consentire, in deroga, l’apertura dei negozi, fra le polemiche come già capitato a Firenze, il Primo Maggio tocca ora agli esercenti decidere cosa fare.

Anche perché i sindacati di categoria – Filcams-Cgil, Uiltucs-Uil e Fisascat-Cisl – hanno annunciato oggi ufficialmente lo sciopero per l’intera giornata della Festa del Lavoro come risposta all’assessore Giovanni Terzi, e all’ amministrazione, sotto il cui ufficio domani hanno annunciato un presidio.

E così da un lato La Rinascente, il più famoso grande magazzino del capoluogo lombardo, aprirà i battenti, come ogni domenica dalle 10 alle 20, mentre negozi storici come la pasticceria Cova di via Montenapoleone o la coltelleria di lusso Preattoni, in via Manzoni angolo via della Spiga, rimarranno chiusi.

La filosofia de La Rinascente (nome inventato da Gabriele D’Annunzio nel 1917 dopo che il senatore Borletti aveva rilevato l’attività dai fratelli Bocconi), otto enormi piani oltre ai tre nell’ala, collegata da un ponte, in via Santa Radegonda,  sembra quella di ‘business as usual’.

Gli affari sono affari e l’enorme store potrebbe incettare migliaia di turisti che dovrebbero, come solito, affollare il centro. ”Ci siamo solo adeguati alle decisioni prese a livello comunale”, fanno sapere dall’ufficio stampa.

Diverso lo spirito del Cova, nato come confetteria nel 1817 e trasferitosi, come Caffè, dove è ora nel 1950: ”Saremo chiusi – spiega il direttore Gianni De Vecchis -. Rispettiamo il diritto al riposo dei lavoratori. Normalmente siamo chiusi di domenica, ma facciamo eccezione nel periodo di Natale e quando vi sono eventi legati al mondo della moda. Per esempio il 17 aprile, domenica, abbiamo lavorato. Comunque avvisiamo per tempo i collaboratori in modo che non abbiano problemi”.

Più esplicito Lorenzo Preattoni, titolare dell’omonimo ultracentenario negozio di coltelleria, che vende anche raffinati profumi e articoli da regalo di alta qualità: ”Siamo in un mondo che sta perdendo i valori fra cui quello del rispetto del riposo dei lavoratori che invece noi osserviamo. Mi spiace per gli eventuali acquirenti compulsivi ma il primo maggio da me troveranno la serranda chiusa. Non si può obbligare i lavoratori – conclude – ad essere in servizio anche durante la loro Festa”.