I ricordi si possono trasferire: specie umana può cambiare la sua mente

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 16 Maggio 2018 - 12:57 OLTRE 6 MESI FA
I ricordi si possono trasferire: specie umana può cambiare la sua mente

I ricordi si possono trasferire: specie umana può cambiare la sua mente

LOS ANGELES – Si può fare. E’ possibile trasferire i ricordi da un individuo all’altro, ricostruire una memoria perduta e salvarne una che sta per scomparire. E’ lo straordinario risultato [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,Ladyblitz – Apps on Google Play] ottenuto da un gruppo di biologi dell’Ucla, l’università della California, che ha scoperto come siano le molecole di Rna i veicoli dei ricordi, paragonabili a schede di memoria per cercare un’immagine familiare. Una scoperta che potrebbe consentire di salvare la memoria e i ricordi di pazienti affetti da determinate patologie come l’Alzheimer, ma anche, in teoria, trasferire la memoria di un individuo nella testa di un’altro.

La strada è in entrambi i casi ancora lunga. Lo studio è infatti agli inizi e i ricordi presi in esame sono quelli delle lumache di mare, anche se i risultati sono comunque rivoluzionari. I biologi californiani, guidati da David Glanzman, per verificare la loro ipotesi che voleva l’Rna ‘contenitore’ dei ricordi, hanno sottoposto alcuni esemplari di aplysia (meglio note come le suddette lumache di mare) ad un particolare allenamento: una sessione di scosse elettriche sulla coda (una ogni 20 minuti), da ripetere dopo 24 ore.

L’obiettivo era quello di migliorare il riflesso di contrazione difensiva dell’animale, una risposta istintiva messa in pratica per limitare i danni in caso di attacco. E infatti, stimolando una seconda volta gli animali, i ricercatori hanno notato che erano stati ‘sensibilizzati’, cioè la loro contrazione difensiva durava in media 50 secondi contro il secondo scarso di quella degli animali di controllo che non avevano subito l’addestramento. Ottenuto questo risultato i biologi hanno prelevato l’Rna, noto anche come acido ribonucleico, un messaggero cellulare che contiene copia delle informazioni genetiche archiviate nel Dna e permette la sintesi delle proteine ma anche un regolatore della corretta funzionalità della cellula e dell’espressione genica, e lo hanno trasferito in 7 esemplari non addestrati.

Esemplari che dopo il trapianto hanno cominciato a comportarsi come gli animali che erano stati sottoposti agli shock elettrici: anche se si trattava di lumache mai allenate, mostravano una contrazione difensiva della durata media di 40 secondi. Lo studio, pubblicato sulla rivista eNeuro, apre prospettive interessanti e allo stesso tempo preoccupanti.

L’idea di poter trapiantare la memoria come se si trattasse di file da spostare da un computer all’altro è infatti affascinante. Affascinante dal punto di vista medico visto che ci darebbe la possibilità di conservare la memoria di chi la sta perdendo a causa di qualche patologia e di trattare invece casi opposti in cui la memoria la si vorrebbe eliminare, basti pensare ai casi di stress post traumatico. Ma preoccupanti quando la stessa capacità la immaginiamo declinata in negativo. L’idea, la possibilità di trapiantare la memoria e quindi, forse, la personalità ha già dato vita a film e libri in cui chi vuole e può permettersi di farlo trasferisce il proprio io di corpo in corpo per quello che in realtà è il sogno di molti se non di tutti: l’immortalità.

Scenari apocalittici e applicazione mediche ancora però lontane, anche se lumache di mare non sono così distanti da noi come sembrano. Secondo Glanzman la lumaca in questione, nonostante abbia un sistema nervoso composto da circa 20mila cellule contro i 100miliardi dell’essere umano, è infatti uno dei migliori modelli animali per lo studio dei meccanismi della memoria che sono simili ai nostri.