Scontri a Roma, il “giovane con la pala” accusato di aggressione e rapina. Gli studenti lo difendono: “Bravo pischello”

Pubblicato il 16 Dicembre 2010 - 20:56 OLTRE 6 MESI FA

Un semplice ‘pischello’. Di certo non il primo della classe, ma “un bravo ragazzo”. E figlio di un ex esponente romano di Autonomia Operaia, attivo negli anni ’70. Eppure, smessi i panni dello studente, S.M., liceale romano di 16 anni arrestato mercoledì 15 dicembre  dalla polizia con l’accusa di rapina aggravata nei confronti di un finanziere, martedì scorso incuteva un certo timore. Alcune foto degli scontri nel centro di Roma lo ritraggono a volto coperto, prima mentre brandisce una pala, poi un manganello e un paio di manette sottratti al militare e, ancora, mentre lancia un bidone.

Gesti violenti durante i disordini che in un solo giorno gli hanno reso l’appellativo di “giovane con la pala”. S., che si trova in un centro di accoglienza e domani comparirà davanti al gip del tribunale dei minorenni per la convalida del fermo, è ritenuto tra i responsabili dell’ aggressione ai danni di un finanziere e della rapina delle manette e del manganello dello stesso militare. Il ragazzo è stato riconosciuto dal giaccone beige indossato durante la guerriglia urbana e per una ferita riportata sulla mano destra.

Fermato una prima volta, S. aveva attirato l’attenzione perché indossava il giubbotto al rovescio, probabilmente per non essere riconosciuto. Per qualche ora, ieri, si era sospettato addirittura che fosse un infiltrato e che avesse preso parte al corteo nella veste di agente provocatore, ma la notizia è stata poi smentita dalla Questura di Roma. Tra gli amici del liceale, martedì scorso, c’era un altro figlio della generazione degli anni di piombo, anche lui arrestato durante gli scontri: Mario Miliucci, 32 anni, chiamato ‘l’inglesé per i suoi modi posati, ma accusato di aver portato con sé due sassi durante la manifestazione e di aver imbrattato un banca con la vernice spray.

Il padre, Vincenzo Miliucci, è leader storico dell’Autonomia Operaia romana negli anni ’70. Un’amicizia, quella tra S. e Mario, legata da un’ideologia comune. Alcuni suoi amici sostengono che S. ha già partecipato a diversi blitz e manifestazioni a Roma e appartiene al collettivo studentesco di estrema sinistra ‘Senza Tregua’. “Il nostro disgusto per questa società, per questo governo è senza tregua – spiega un altro amico del giovane, riferendosi allo slogan del collettivo -. Così come è senza tregua la nostra lotta”.

Ma nel blog di ‘Senza tregua’ hanno smentito l’appartenenza del ragazzo all’organizzazione studentesca. “E’ un bravo ragazzo – dicono i suoi ex compagni di scuola del liceo Caetani di Roma – si è trasferito da noi perché era stato bocciato al Mamiani. Ha frequentato fino all’anno scorso, poi l’hanno bocciato anche qui”. Anche altri coetanei lo difendono: “Era una persona normalissima – ha aggiunto una ragazza -. Gli piaceva andare la domenica allo stadio. E’ tifoso della Roma e non faceva parte di nessun gruppo ultrà”. “La Polizia non mi fermerà mai per droga o altri eccessi – ripeteva spesso a un amico – ma solo perché voglio portare avanti la mia protesta, i miei sogni e i miei ideali”.