Lady Gaga, la messianica extra-terrestre che non ha fan ma discepoli

Lady Gaga

CLEVELAND, STATI UNITI – Stefani Joanne Angelina Germanotta, nata a New York nel 1986 da genitori impiegati nel campo delle comunicazioni, ha cominciato a suonare il piano a 4 anni, ha frequentato una scuola retta da suore nell’East Side di Manhattan, per poi rifugiarsi nel molto meno rispettabile Lower East Side dove a 14 anni cantava in concerti per dilettanti, è entrata alla New York University’s Tisch School a 17 anni per studiare musica ma ha lasciato senza prendere il diploma perchè si sentiva confinata ed era impaziente di cominciare a cantare sul serio.

A 19 anni si è fatta assumere dalla casa discografica hip-hop Def Jam, ma dopo tre mesi fu mandata via. Un paio d’anni dopo scriveva canzoni per i New Kids On the Block e le Pussycat Dolls. Nel 2008 era a Los Angeles dove ha registrato un album che ha venduto 14 milioni di copie. Era nata Lady Gaga. Ora è la più famosa star musicale del mondo. ”Nessuno sa bene come ci sia riuscita – scrive il quotidiano britannico The Guardian, che l’ha intervistata – meno che mai lei stessa. Ma c’è di più: i suoi non sono soltanto fan, sono discepoli.

Parla della sua nuova canzone Hair e dice: ”Hair riguarda il tempo in cui eri più giovane. Io sono i miei capelli”. Quando era più giovane i suoi capelli erano veri o finti? ”No, non ho mai avuto capelli finti”. Si guarda le ciocche bionde che escono dal suo cappello. ”Direi che non sto imbrogliando neanche adesso. Direi che questi capelli sono una estensione surrealista del mio essere. Vivo la mia vita metà nella realtà e l’altra nella fantasia. E’ meglio non fare domande e godersela”.

Un’affermazione perfettamente adatta a Gaga. ”Quando non sei legato alla realtà o alla verità – scrive il Guardian – puoi dire qualsiasi cosa ti venga in mente”. L’intervista si svolge nella stanza dove Gaga si rilassa alla Arena Q di Cleveland, Ohio, e su una parete c’è un dipinto di Andy Warhol della cantante americana Debbie Harry. Forse Warhol è il personaggio che esercita maggiore influenza su Gaga. Proprio come lui, è ossessionata dalla natura della fama e dal matrimonio tra l’affarismo e l’arte.

A Cleveland Gaga sta per esibirsi, ultima tappa di un giro mondiale chiamato The Monster Ball (Il Ballo del Mostro). Dopodichè dice che cambierà il soggetto delle sue canzoni. Esaurito il tema della fama nei suoi primi due album dice di essersi stancata. ”Nel prossimo album Born This Way, canto più sulla cultura pop come religione, la mia identità come mia religione: combatterò fino all’ultima goccia di sangue per difendere la mia identità. Io sono il mio santuario e posso rinascere quante volte voglio durante la mia vita”. Chiama i suoi fan piccoli mostri e loro la chiamano Madre Mostro.

L’arena di Cleveland si sta riempiendo di fan, giovani uomini e donne, ragazzi e ragazze. Aaron Fleming dice che gli piace Gaga perchè ”sapeva quello che voleva fare e lo ha fatto, e lo sta ancora facendo, e il suo è un esempio per tutti”. Casey Jones, 13 anni, parrucca bionda, tatuaggi e calze da donna a rete, dice: ”Lady Gaga ci ha reso accettabili. Sapere che non sei il solo ad essere anomalo (freak, in inglese) è una grande sensazione. Ora gli anomali si sono svegliati e si fanno sentire”.

Lo show di Gaga comincia con una sua gigantesca immagine proiettata sul sipario. Poi il sipario si alza e lei appare in tutta la sua lunatica maestà. Questo non è un concerto, ma una rappresentazione teatrale. L’ambientazione è una sorta di inferno degenerato con scritte al neon che indicano la direzione per Liquori, Trapianti, Sedazione, Incidenti Automobilistici, Casi di Morte e Distorsioni al Collo. Ci sono auto semidistrutte, mostri voraci, alberi con lamette al posto delle foglie. Seguire la trama dello spettacolo non è facile, ma Gaga dà l’impressione di passare indenne attraverso la valle dell’autolesionismo.

I suoi costumi cambiano con ogni canzone. Tutta eleganza formale prima, e poi linque di fuoco che escono dal suo petto e dall’inguine. Salta sul piano e suona con i piedi. Si versa addosso sangue, sulle guance, sulla sottana, sulla pancia, tutto rosso emorragico. E poi urla: ”Pensate che sia sexy? Mi ci è voluto molto per sentirmi sexy perchè a scuola ero presa di mirra dai bulli”. E’ una straordinaria artista, scrive il Guardian, e lo sa.

Mentre canta uno dopo l’altro i suoi successi – Paparazzi, Poker Face, Just Dance, Bad Romance – d’un tratto si interrompe e dice ai suoi discepoli: ”Io non ero coraggiosa, voi piccoli mostri mi avete reso coraggiosa”. Poi si trasforma in evangelista: ”Nulla di quello che facciamo ha un principio o una fine”, dice quasi singhiozzando, ”noi siamo l’eternità, siete stati voi a crearmi, piccoli mostri. Stasera voglio che dimentichiate tutte le vostre insicurezze..quel che provate vi rende diversi nel grande destino della vita.. ho lavorato così duramente per arrivare dove sono, non lo dimenticate, ero così in basso ed ora sono così in alto”.

E’ possibile, osserva il Guardian, che sia tutta una messa in scena e che Gaga reciti un ruolo. Sa cosa sono l’iconoclastia, i paralleli con Gesù, le parabole, tutto inserito nel suo nuovo single Judas. Ma è anche possibile che ci sia di più:  Gaga è una sincera credente nel culto di Gaga, crede davvero di essere un moderno Messia venuto per condurre i suoi fan verso un futuro migliore e più luminoso. E se comprano i suoi dischi e diffondono il suo verbo, tanto meglio. Ora, quella che lei crede essere la sua natura messianica l’ha indotta a mettere gli occhi sull’India, un vasto mercato non ancora sfruttato.

Avere tanta influenza la spaventa? ”No, ma mi colloca nella interessante posizione di un artista la cui base di fan è commerciale e in espansione. Se lei mi chiede cosa voglio fare, io le rispondo che non voglio essere una celebrità, voglio portare il cambiamento. Non ho mai voluto essere carina sul palcoscenico e cantare canzoni che già tutti abbiamo ascoltato. Preferisco scrivere una canzone chiamata Judas e parlare di tradimento e perdono ed essere capita, e parlare ai fan e capire di cosa ha bisogno la società per cambiarla. Se posso essere un leader, lo sarò”.

Non sono pochi i suoi discepoli che la ritengono una extra-terrestre, e Gaga non fa nulla per smentirlo. ”Io ho sempre creduto, e continuo a credere di essere stata inviata sulla terra dal mio pianeta, il Planet Goat (Pianeta Capra) per suscitare un putiferio. Per cambiare la società”. Alla domanda se il più grande putiferio creato finora non sia il suo successo, Gaga risponde: ”Di questo siamo tutti stupiti. Ma provo riconoscenza. La cosa più preziosa del mio viaggio è che devo portare con me tutti i miei amici. Nulla mi rende più felice che assistere al successo dei miei amici. Nè a me nè a loro interessa il denaro. Quello che importa è quello che siamo riusciti a fare”.

”Quello che importa – prosegue – è che un tempo, adesso mi viene da piangere, nessuno sapeva chi eravamo e avevamo solo noi stessi e creavamo canzoni solo per noi stessi perchè ci rendeva felici, ed ora che tutto il mondo ci guarda continuiamo a fare la stessa cosa. E allora le dico che no, non sono uscita dal nulla per diventare una cantante pop. E’ stato un viaggio reale e arduo attraverso Judas fino a Gesù”.

Negli scorsi mesi sono cominciate a piovere critiche, forse inevitabilmente. Organizzazioni gay e lesbiche la criticano perchè non si sa da che parte pende (lei ha dichiarato di aver avuto relazioni principalmente con uomini e, occasionalmente, con donne); leader religiosi la accusano di essere blasfema; il produttore musicale Rob Fusari che la smentisce su tutta la linea affermando che Lady Gaga è una sua creazione; ex-compagni di scuola secondo i quali non è mai stata sottoposta a bullismo.

Potrà sbarazzarsi di tutte queste critiche? Risponde: ”Quello che maggiormente ho imparato dai miei fan, e quello che ascolterete nel mio nuovo album Born This Way, è che fa parte del mio destino essere bersagliata da pallottole, ma che il mio cuore continua a battere. Nessuno mi può distruggere, perchè io sono un’opera d’arte”. Ladi Gaga si alza e se va. L’intervista è finita. Ora c’è il concerto.

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