Usa, pena di morte. Il New York Times scende in campo: è incivile e va abolita

Pubblicato il 3 Gennaio 2013 - 11:11 OLTRE 6 MESI FA
La branda nella cella dove si pratica l’iniezione letale

NEW YORK, STATI UNITI – Il New York Times scende in campo contro la pena di morte: ”E’ crudele e disumana, e dovrebbe essere abolita”. Il quotidiano newyorkese, in un lungo editoriale, si rivolge in particolare alla Corte Suprema – che nel 1976 ripristino’ la pena capitale – invitandola a pronunciarsi una volta per tutte sulla questione, prendendo atto di un semplice fatto: cresce nella societa’ americana il consenso per una sua abolizione, come dimostra il gran numero di Stati che oramai hanno rinunciato alle esecuzioni. Questo sia per ragioni morali, ma anche per ragioni di costi.

Insomma – sottolinea il giornale – i giudici, anche per la pena di morte, dovrebbero ribadire cio’ che hanno sentenziato quando bocciarono l’ergastolo per i piu’ giovani senza che sia prevista la possibilita’ della liberta’ condizionale: il senso morale degli americani si e’ evoluto – aveva scritto la Corte – ”e questo segna il progresso di una societa’ che sta maturando”. Il Nyt non cita mai il ruolo che potrebbe avere il presidente americano Barack Obama (del resto la pena di morte e’ regolata da leggi statali e non a livello federale), ma sottolinea come oramai sempre piu’ parlamentari ed elettori sono consci dei costi e degli errori legati alla pena capitale.

Quando la Corte nel ’76 la reintrodusse – scrive il quotidiano – si motivava la decisione con la necessita’ di raggiungere due obiettivi: punire e prevenire. Ma negli ultimi tempi – afferma il Nyt – ”queste giustificazioni per una punizione cosi’ crudele e incivile vengono oramai messe in discussione da moltissimi giudici, studiosi ed esperti di giustizia criminale, sia liberali che conservatori”. Le esecuzioni costano e non fanno diminuire i crimini piu’ gravi.

Non e’ in caso che molti Stato hanno rinunciato alla pena di morte, col Connecticut che nel 2012 e’ diventato il quinto Stato Usa in cinque anni ad abolirla. Un arco di tempo in cui solo nove Stati hanno continuato a giustiziare i condannati alla pena capitale, mai cosi’ pochi negli ultimi vent’anni.

Nel 2012, in particolare, le esecuzioni sono state 77, circa un terzo rispetto al 2000. Ad oggi – ricorda ancora il Nyt – ben 33 Stati hanno abolito la pena di morte, mentre 13 hanno leggi che la prevedono ma che non vengono messe in pratica da almeno cinque anni. E a gennaio sono previste esecuzioni solo in Pennsylvania, Virginia e Texas, anche se molti dei casi sono al vaglio dei giudici.