Wallis Simpson tradì Edoardo VIII e lo denigrò per anni: lo svela nuova biografia

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Febbraio 2018 - 06:45 OLTRE 6 MESI FA
Wallis Simpson col Duca di Windsor

Wallis Simpson col Duca di Windsor

NEW YORK – La vita di Wallis Simpson con Edoardo VIII, che per sposarla fu costretto ad abdicare provocando una grave crisi costituzionale, divenne sempre più noiosa e per divertirsi, strinse una serie di relazioni scandalose mirate probabilmente a denigrare il Duca di Windsor che alla fine dei suoi giorni, fu ignorato dalla moglie e morì tra le braccia di un’infermiera. E’ quanto scrive Andrew Morton, giornalista investigativo e scrittore britannico già autore di diverse biografie su Lady D, in “Wallis In Love: The Untold True Passion Of The Duchess Of Windsor”, di cui il Daily Mail pubblica uno stralcio.

Ogni giorno che passava, la duchessa di Windsor considerava suo marito sempre più noioso, irritante e limitato; ciò che un tempo l’aveva affascinata, ora l’esasperava totalmente e nei primi anni ’50 non amava Edoardo né gli era particolarmente affezionata, scrive Morton. La loro relazione, in cui c’era sempre stato un aspetto dominatrice-sottomesso, a quel punto era priva di fiducia e affetto. Wallis faceva delle sfuriate al Duca anche per piccole distrazioni, come ad esempio lasciare i suoi appunti sulla tavola apparecchiata. Edward non sarebbe stato mai in grado di soddisfarla. Nel 1951, subì un’isterectomia per un cancro alle ovaie e il marito l’andava a trovare quotidianamente, le portava rose rosse e caviale beluga ma Wallis non era accogliente, anzi, si lamentava perché il beluga era “troppo salato” e allontanava il duca dalla stanza. Il cambiamento della duchessa iniziò nell’estate del 1950, quando l’uomo che considerava l’amore della sua vita sposò un’altra donna.

Wallis sapeva che l’abdicazione al trono aveva reso impensabile un divorzio da Edoardo ma se fosse stata libera, avrebbe sposato il suo vecchio amico Herman Rogers in un batter d’occhio. Era ancora innamorata del ricco e bell’americano che invitò il duca e la duchessa ad accompagnare lui e la seconda moglie in luna di miele a bordo di uno yacht. A Montecarlo, seconda tappa del viaggio, Wallis, sentendosi completamente abbandonata da quello che considerava l’amico più caro, invitò a bordo dello yatch il gay Jimmy Donahue, l’erede Woolworth, e strinse una folle e improbabile relazione. Per i successivi quattro anni, frequentò Jimmy, vent’anni più giovane e trascorreva tutto il tempo con il ricco erede che regalò a Wallis dei gioielli, tra cui un magnifico anello con uno zaffiro, pellicce, fiori, lettere d’amore ma, soprattutto un rapporto senza complicazioni.

Fu una relazione vissuta apertamente che scioccò tutti: molti pensavano che Wallis fosse impazzita; chi la conosceva meglio vide Jimmy come “il ragazzo di ripiego” visto che Herman Rogers era ormai fuori portata. Lady Gladwyn, una delle conoscenze dei Windsor, ricorda: “È diventata maleducata, odiosa e strana. Si aveva l’impressione che fosse drogata o ubriaca. Trascorreva le giornate con giovani gay, rimaneva in discoteca fino all’alba e mandava a casa il Duca dicendo “togliti dai piedi, zanzara”.

L’inizio della relazione con Donahue segnò non solo freddezza tra Wallis e Herman, ma anche un cambiamento nel modo di rapportarsi al marito. Era sempre stata sarcastica e tagliente – “non sono nata come te in un castello” era una replica frequente – ma a quel punto diventò sempre più crudele. “Stasera andrò a letto in lacrime?” era il miserevole ritornello del Duca quando la moglie era particolarmente sgradevole, eppure sembrava trarre piacere dalle umiliazioni. Come osservò la cortigiana Ulick Alexander, all’ex re piaceva la “perversione sessuale dell’umiliazione”.

Donahue era sempre presente, si univa ai Windsor per cena, cabaret e feste a tarda notte e, con grande gioia del Duca che aveva un accentuato lato parsimonioso, Jimmy intascava sempre una assegno dalla moglie. Il fatto che nella loro ristretta cerchia ci fosse un omosessuale non era nulla di insolito, sebbene il Duca provasse un noto disprezzo per i gay. In un’occasione, mentre stavano parlando dei loro amici gay, Wallis disse acida:”Dovresti ascoltarli, sono molto più brillanti di te.” A differenza di altri omosessuali della cerchia Windsor, Donahue amava scioccare: uno dei suoi immancabili numeri era quello di spogliarsi nudo durante la cena.

Ogni volta che era in America, a Long Island organizzava party scatenati con ragazzi e giovani uomini che, una volta ubriachi, venivano portati nel seminterrato, dipinti di nero e rosso in attesa che arrivasse il padrone di casa. “Voglio vedere i loro denti e le pupille”, disse Donahue all’amico e interior designer Billy Baldwin. I Windsors, a casa di Jimmy partecipavano a party più decorosi, con tanto di orchestra ma in una circostanza, fece fare un giro alla coppia nelle stanze del seminterrato, senza dire che erano utilizzate per le orge notturne. Era uno scherzo giocato alle loro spalle. Mentre l’amicizia tra Wallis e Jimmy si rafforzava, crescevano i pettegolezzi.

Nell’autunno del 1950, mentre il duca era in Francia per lavorare alla sua autobiografia, la moglie era a New York, e viveva la città di notte con Donahue: si sentiva giovane e vibrante. Jimmy era gay, in tutti i sensi: un antidoto brillante al marito soffocante e un allegro compagno per sopportare il fardello di dover vivere per sempre con il duca. “Non hai idea di quanto sia difficile vivere una grande storia d’amore”, disse una volta Wallis. I due divennero inseparabili, ridacchiavano e parlavano a voce bassa nei ristoranti e nei nightclub, la loro intimità era evidente a tutti.

Alcuni hanno ipotizzato che Jimmy e Wallis fossero amanti. In effetti, Donahue si vantò di aver praticato cunnilingus alla duchessa che sembra avesse ricambiato sesso orale con entusiasmo. Ma chi lo conosceva diceva che era un perfido vanto dato che trovava le donne sessualmente repellenti e inoltre, Donahue aveva un’infermità auto-inflitta che rendeva difficile e doloroso il rapporto sessuale: una notte, mentre era ubriaco, si era circonciso con un temperino, un gesto avventato che aveva deturpato il pene e reso ipersensibile. Il Duca, dopo aver letto gli articoli sulle pagliacciate della moglie che uscivano regolarmente sui giornali di New York, iniziò comunque preoccuparsi, era inoltre sconvolto dal fatto che Wallis ignorasse le sue telefonate a quel punto sempre più frenetiche. Partì dalla Francia per raggiungerla, dicendo all’esaperato ghostwriter che aveva bisogno di andare America poiché sembrava probabile che l’Unione Sovietica lsferrase un attacco all’Europa. Poco prima del suo arrivo, il New York Daily Mirror pubblicò le voci secondo cui “il Duca e la Duchessa di Windsor verso la fine”, un articolo che il duca fu in grado di smentire abbracciando più volte la moglie durante una ben orchestrata riunione al porto.

Fu una breve tregua: Jimmy e Wallis ripresero a frequentarsi, il duca rimase solo, la moglie tollerava a malapena la sua presenza. Sotto tutti gli aspetti, tranne quello sessuale, era una completa storia d’amore, una volta Wallis gridò: “A pensarci bene, ho rinunciato a un re per una regina!” Per Edoardo, ex re e imperatore, era un’umiliazione pubblica che non poteva continuare all’infinito. Una notte, il segretario del duca lo sentì dire alla moglie che non avrebbe dovuto vedere ogni sera quel giovane e “non perché sei la duchessa di Windsor, ma perché sei mia moglie. Nessun uomo potrebbe accettarlo”. Il segretario osservò che Wallis per un po’ rimase tranquilla e sottomessa ma non aveva intenzione di rinunciare per sempre al divertimento.

Il momento clou fu nel capodanno del 1953, quando a El Morocco, una discoteca di Manhattan, Donahue organizzò una finta incoronazione per il duca e la duchessa: poggiò sulla loro testa due elaborate corone di carta mentre le telecamere catturavano il visibile imbarazzo. Bill Nichols, uno dei pochi inglesi testimoni della volgare messa in scena ha ricordato: “Non sapevamo se essere più sorpresi dalla terribile insensibilità della Duchessa, o dalla terribile debolezza del Duca”. A poco a poco, però, gli incontri con Donahue iniziarono a ridursi, anche per Wallis. Come per la maggior parte delle storie d’amore, all’inizio a irritare erano piccole cose, come l’incapacità di Donahue di essere puntuale ma la fine fu spiacevole e cruenta. Donahue, sotto il tavolo prendeva a calci la duchessa, ogni volta che raccontava delle storie che lui considerava noiose; una volta lei lo accusò per l’alito che odorava di aglio e Jimmy le dette una calcio così forte che il duca dovette aiutarla a stendersi sul divano.

Era troppo: Edoardo lo cacciò e da allora Donahue uscì dalla loro vita e quando gli chiedevano della rottura con i Windsor scherzava:”Ho abdicato”. Wallis non sembrava troppo turbata dalla perdita: il successivo progetto era quello di “scrivere” la sua autobiografia, con l’aiuto di un ghostwriter. Il primo rinunciò immediatamente dopo aver scoperto che la Duchessa cambiava la storia della sua vita per capriccio; la seconda, Cleveland Amory, che trascorse sei mesi a parlare con il Duca, la Duchessa e i loro amici, rimase scioccata dal modo in cui Wallis trattava il marito, spesso lo faceva piangere. Permetteva ai suoi carlini di entrare nel salotto, ma lasciava fuori i cani del duca, con suo grande dispiacere.

“La duchessa era una persona complicata, fredda, meschina, prepotente e sadica”, dice la figliastra di Amory, Gaea Leinhardt. “I miei genitori hanno definito il Duca non molto brillante, un buono a nulla e fondamentalmente un uomo molto triste. Aveva fatto una scelta terrificante, sapeva di aver preso la strada sbagliata e ora doveva convivere con le conseguenze. Lo consideravano patetico”. “Era come un bambino nelle sue mani”, disse Lady Alexandra Metcalfe. “Povero piccolo, gli è stato dato l’inferno, su lui aveva una stretta mortale”. Un’altra cosa che non era cambiata era l’antisemitismo e la simpatia per Hitler. “I miei genitori erano inorriditi dal loro discorso a tavola, dove chiarirono inquivocabilmente che se gli ebrei fossero stati sterminati, il mondo sarebbe stato migliore”, ha ricordato il dott. Leinhardt. Ad una cena, il Duca disse ad un amico inglese: “Non ho mai pensato che Hitler fosse un uomo malvagio”. Ad un’altra festa, Milton Biow, pubblicitario di New York, intervenne:”Sir, con il dovuto rispetto, non avrei mai creduto di sentire, in una cena civile, una difesa ad Adolf Hitler”.

Negli anni Sessanta, i Windsor erano generalmente visti come una coppia che ammazzava il tempo passando da una festa all’altra. Il Duca era diventato così seccante che gli ospiti temevano di capitare seduti accanto a lui. Avevano una rigida routine quotidiana: l’incontro mattutino alle 11.30, il pranzo con gli amici, il golf pomeridiano, l’appuntamento alle 19.00 con una bottiglia di malto invecchiato 25 anni, alle 19.30 dai purrucchieri e la cena alle 21.00. Se andavano in un ristorante e tra loro la conversazione vacillava, la Duchessa insisteva perché recitassero a turno l’alfabeto in modo che i tavoli vicini pensassero che stessero parlando. A nessuno importava più della coppia; il jet set ormai era interessato a nuovi volti come Elizabeth Taylor, Richard Burton, Aristotele e Jacqueline Onassis.

Nel 1972, quando il duca aveva 78 anni e soffriva di cancro alla gola, la regina Elisabetta II e il principe Filippo gli fecero una telefonata di cortesia durante una visita ufficiale in Francia. Edoardo era ormai malato terminale, ma ciò non gli impedì di chiedere per l’ultima volta, di concedere a Wallis il titolo di “Sua Altezza Reale”. Richiesta che fu respinta. Ma in quel momento critico, il Duca era assistito da un’altra donna: un’infermiera 26enne di Baltimora, Julie Chatard Alexander. Faceva quotidianamente il turno di notte di 12 ore nella residenza al Bois de Boulogne, a Parigi. Il Duca aveva licenziato diverse infermiere, ma sembrava che Julie le piacesse perché era nata nella stessa città della moglie. A parte lei, e il cane Black Diamond, la sera non aveva altra compagnia. Durante le due settimane in cui Julie assisteva l’ex re, non vide mai l’ex moglie, i cui alloggi erano nello stesso piano, che trascorreva le serate con un’ospite americana. Julie ha ricordato:”Non è mai venuta a vedere come stava o a dare il bacio della buonanotte, non una volta. Poveretto.

Lui la chiamava più e più volte:”Wallis, Wallis, Wallis, Wallis” o “cara, cara, cara”. Era pietoso e patetico. Molto triste, come un agnellino che cerca sua madre”. Una notte, quando il suo respirò cambiò, lo cullò dolcemente tra le sue braccia: il 28 maggio 1972, l’ex re e imperatore morì tra le braccia di una donna di Baltimora. “La città giusta, la donna sbagliata”, ricorda Julie. Così si concluse la storia d’amore reale del secolo. La duchessa fu svegliata dopo che un medicò stabilì il decesso del duca. Si sedette accanto a lui tenendogli la mano e sussurrando paroline dolci. Non c’erano lacrime o grida di angoscia. Nei mesi successivi alla morte del marito, sepolto nel parco del Castello di Windsor, Wallis iniziò a perdere la memoria e la discesa verso la demenza fu rapida, diventò sempre più debilitata fisicamente e mentalmente.

L’abitazione diventò una sorta di “tomba dei vivi”, la cerchia si ridusse a un gruppo di infermieri. Dopo la morte, il 24 aprile 1986, all’età di 89 anni, la famiglia reale le permise di riposare accanto al defunto marito. Il duca sarebbe stato contento di vedere che alla cerimonia funebre alla St George’s Chapel, al Castello di Windsor, in presenza della royal family, la bara era trasportata da otto soldati di uno dei suoi ex reggimenti, i Welsh Guards. C’è, tuttavia, un’amara ironia nella dipartita. Dopo la morte, Wallis si trovò accanto a un uomo che a malapena tollerava, nel cimitero privato di una famiglia che odiava, coperta dalla terra di un Paese che odiava.