Calcio scommesse: dal Bari alla Juve, nelle carte ombre sulla serie A

calciatori_scommesse_infoROMA, 2 GIU – Ci sono le big, Inter e Juve, squadre di fascia media come la Fiorentina e formazioni che hanno lottato per la salvezza o sono retrocesse, dal Chievo al Bologna, dal Bari al Brescia, dalla Sampdoria al Lecce: nelle carte dell’inchiesta sul calcioscommesse non ci sono prove sul coinvolgimento della serie A, ma le ombre sul torneo piu’ importante emergono dalle decine di telefonate intercettate tra i 16 arrestati, responsabili secondo la procura di Cremona di aver combinato ”senza ombra di dubbio” diverse partite dei campionati di B e Lega Pro.

Sono decine, infatti, i riferimenti, le mezze parole e i contatti che riconducono alla A: alcuni soltanto accennati, altri piu’ diretti. Come quelli relativi a Inter-Lecce e Brescia-Bologna, le due partite su cui si sono concentrate finora le attenzioni degli inquirenti. Quest’ultima e’ quella ritenuta piu’ interessante, vista la precisione con cui il 25 marzo (la partita si gioco’ il 2 aprile), Diego Bassi (definito nell’ordinanza informatore amico del ds della Nocerina) indica all’ ex giocatore Gianfranco Parlato il risultato esatto di 4 incontri, tra cui appunto Brescia-Bologna (3-1). La sfida di San Siro viene invece citata in diverse telefonate come quella del 19 marzo tra Marco Paoloni, il portiere della Cremonese e poi del Benevento, e Massimo Erodiani, considerato uno degli uomini piu’ importanti della ‘cricca’ del pallone. Erodiani annuncia a Paoloni che ”gli zingari” hanno ”messo un vincolo” e cioe’ ”vogliono vedere almeno due attori”, dunque due giocatori del Lecce. Incontro che non si sa se va in porto.

Cosi’ come non ci sono al momento prove del coinvolgimento dell’attaccante salentino, Daniele Corvia, chiamato in causa piu’ volte. La prima e’ in una telefonata del 19 marzo, in cui Erodiani risponde a Francesco Giannone (uno degli arrestati). ”Quanti ne abbiamo noi?” chiede Giannone; ”c’abbiamo pure l’interlocutore…e’ Corvia”, risponde Erodiani. Il giorno dopo, sempre Erodiani, dice a Antonio Bellavista (ex capitano del Bari, anche lui arrestato) che ”lui mi ha presentato Corvia”. E aggiunge: ”m’ha chiamato Corvia capito?…ha detto…stai tranquillo, stai tranquillo”. E poi: ”con Corvia ieri c’ho parlato…quando abbiamo parlato io e te”.

Il Bari lo chiama invece in causa proprio l’ex capitano Bellavista, in due occasioni. La prima e’ una telefonata con Erodiani del 20 marzo: ”Io faccio una cosa per esempio – dice -… con uno del Bari…eh io ci rimetto…cioe’ io poi sono io che devo recuperare i soldi con questo qua”. Quello stesso giorno, inoltre, Bellavista parla con un suo amico scommettitore, Fabio Daledo. ”Prima di chiudere la conversazione – scrive il Gip – Bellavista, ex calciatore del Bari, riferiva che era gia’ stato chiamato da alcuni giocatori di quest’ultima squadra ma essendo il campionato fermo per un turno non poteva fare nulla”. Gli arrestati vantano – o millantano – anche contatti con diverse squadre di A.

Il 7 febbraio, ad esempio, Marco Pirani dice al solito Erodiani, che gli chiede la maglia di Pazzini, che ”con l’Inter non c’ho problemi…te basta che mi dici…voglio venire quando vai su…”. Pirani afferma anche di avere ottimi rapporti con la Fiorentina: ”vado a vedere la partita a Firenze che m’ hanno invitato…io…io conosco bene Della Valle hai capito? bene bene”. A parlare della Juve sono invece i soliti Erodiani e Paoloni che mentre discutevano di possibili guadagni ”si aggiornavano – scrive il Gip – su alcune scommesse che avevano riguardato l’anticipo della Juventus non andate a buon fine”.

E sono ancora Erodiani e Paoloni a citare il Chievo. Il primo in una conversazione con Giannone ( ”l’hanno scorso ho fatto il Chievo a Milano”), il secondo in un messaggio proprio a Eridiani: ”Massi, mi metti live 500 su 1 x di Chievo e Sampdoria”. Antonio Bellavista e Gianfranco Parlato chiamano invece in causa il capitano gialloblu’, Pellissier. Avviene l’11 marzo, quando il primo chiede al secondo di metterlo in contatto con il ”Pelli” giocatore del ”Chievo Verona” perche ”gli zingari pagavano anche 400mila euro per questa partita”.

Se si tratti di millanterie o reali interventi per condizionare anche la A, saranno le indagini a dirlo. Certo e’ che il quadro non e’ proprio limpido, come annota il giudice Salvini riportando la telefonata tra Bellavista e il suo amico Daledo del 20 marzo 2011. ”Bellavista chiedeva le quote ufficiali sulle vincite della partita Inter-Lecce – scrive – e, nella circostanza, gli comunicava che questi ultimi erano soliti vendere le partite, in quanto gia’ con il Brescia avevano raggiunto l’accordo”.

Gestione cookie