Coppa Scirea: squadre escluse per il veto nazionalista del Partizan

Pubblicato il 13 Marzo 2012 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA

Scirea (LaPresse)

TORINO – Secondo quanto riportato da Luigi Panella, in un articolo pubblicato su “La Repubblica”, ci sarebbe il clamoroso ‘no’ della titolata società di Belgrado dietro la cancellazione di tre squadre dalla lista delle partecipanti dal torneo giovanile Coppa Scirea, intolato all’ex bandiera bianconera, che si svolge ogni anno a Matera.

Le formazioni escluse sono lo Zeljeznicar (Bosnia), il Besa Peje (Kosovo) e il Renova Tetovo (Macedonia). Non è la prima volta che questioni politiche legate ai Balcani inquinano i principi dello sport. Riportiamo un passaggio molto interessante dell’articolo de “La Repubblica”.

”La politica non dovrebbe inquinare lo sport”. Più che un concetto, un ritornello. Quante volte è stato usato, e quante volte ha finito per risultare svuotato, privo di senso, violentato nella sua essenza da comportamenti che non potrebbero essere più lontani dalla lealtà. Se poi, protagonisti involontari, strumentalizzati per fini di assurdo nazionalismo, sono ragazzini di sedici anni, il limite è oltrepassato. Succede che quattro squadre dei Balcani sono invitate a partecipare alla ‘Coppa Gaetano Scirea’, regolarmente inserite nel manifesto ufficiale della manifestazione. Poi però, tre di queste spariscono dalla lista. Il motivo? La più titolata e potente, il Partizan Belgrado, non avrebbe gradito altre presenze della stessa area geografica, per una sorta di ‘supremazia balcanica’. Una storia incredibile, che cambia completamente colore dalla partenza all’arrivo. Il via è tutto rose e fiori. C’è una città come Matera, una regione intera come la Basilicata, che sembra perfetta per ospitare un torneo giovanile con squadre dal nome altisonante. Da quelle parti in fondo il calcio dei miliardi lo vedono in televisione o lo leggono sui giornali. E l’esistenza stessa della gente lucana è un mescolarsi di mistico e profano, di semplicità, di una vita che scorre lenta, magari non a passo d’uomo, ma senza le frenesie di altri lidi”.