Giallo Pantani, la terza inchiesta a 18 anni dalla morte: spuntano due escort, un taxista e un pusher

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 20 Febbraio 2022 - 18:23 OLTRE 6 MESI FA
Giallo Pantani, la terza inchiesta a 18 anni dalla morte: spuntano due escort, un taxista e un pusher

Giallo Pantani, la terza inchiesta a 18 anni dalla morte: spuntano due escort, un taxista e un pusher

Giallo Pantani: è caccia a due escort e un pusher. A 18 anni dalla morte- e dopo due inchieste finite nel nulla – la Procura di Rimini ha riaperto il caso.

Sentito  il racconto di un taxista di Cesenatico, avvenuto nei giorni scorsi nella caserma dei Carabinieri di Rimini e durato tre ore. Racconto che apre una nuova pista. Ci sarebbero novità. Fatti nuovi , mai emersi prima.

Ovvero nella stanza del Residence “Le Rose”,  dove il campione ha trovato la morte, c’erano tre persone: due ballerine dei locali della Riviera (occasionalmente anche escort) e un pusher romagnolo di cui non si è mai saputo nulla.

Dunque caso riaperto. Mamma Tonina esulta. E dice: “Visto? Avevo ragione io. L’ho sempre detto.  Marco in quella stanza non era solo il giorno in cui è morto”. Era il 14 febbraio 2004.  La Procura di Rimini sta rivedendo tutto daccapo.  Sarà la volta buona?

CACCIA ALLE BALLERINE. SONO ALL’ESTERO. MA CHE SANNO DI PANTANI?

Il taxista è certo di averle acccompagnate al Residence. Ricorda che non sono rimaste molto tempo nella stanza di Pantani e che quando sono scese indossavano abiti diversi. I loro nomi? Danì e Donni. Nessuna è italiana e una delle due ha anche il passaporto americano.

La stanza del Residence, chiusa dall’interno, era sottosopra; tutto era stato appoggiato a terra. Ma che hanno visto le due escort? Sanno qualcosa? In che condizioni era Pantani?  Può essere che sia stato indotto con la forza ad assumere psicofarmaci? Una overdose di cocaina gli avrebbe procurato l’arresto cardiaco.

UN PUSHER È SICURO: “PANTANI LO HANNO AMMAZZATO”.

Tre sono gli spacciatori coinvolti: due noti (e condannati solo per spaccio).  E cioè: Fabio Miradosssa e Ciro Veneruso. Il terzo, romagnolo, è una assoluta novità. Miradossa è certo che Pantani sia stato ucciso . Da chi? Dalla criminalità organizzata? Dalla Camorra?  C’è una sua audizione in cui spiega tutto. La registrazione è a disposizione della Procura di Rimini dal gennaio 2020. Blindata.

TUTTO È COMINCIATO NEL 1999 AL GIRO D’ITALIA.

Fermato per un controllo antidoping dopo una vittoria di tappa, gli fu trovato una concentrazione di globuli rossi superiore all valore consentito. Squalifica ed espulsione immediata  dal Giro che stava dominando.

Era il suo momento magico. L’anno prima aveva vinto Giro e Tour. Doppietta storica. Le scommesse su Pantani vincitore del Giro d’Italia ‘99  piovevano da tutte le parti. Se avesse vinto, la Camorra avrebbe avrebbe dovuto sborsare capitali ingenti. Bancarotta assicurata. Di qui la necessità di fermarlo.

Una seconda teoria sostiene che il test del sangue sia stato manipolato. Insomma Pantani sarebbe stato incastrato. Vero, falso? Riuscirà questa terza inchiesta a raggiungere la verità? Difficile.

UN CALVARIO LUNGO CINQUE ANNI

Da quel giorno (Madonna di Campiglio, venerdì 4 giugno 1999) Pantani non si è più ripreso.  Travolto da un devastante clamore mediatico. Le ha provate tutte per risorgere. Ha vinto fatalmente la depressione. Ha vinto la maledetta droga.  E il “Pirata” è precipitato nell’inferno. Non però nell’oblio. Le circostanze della sua morte tengono vivo il dibattito.