Intralot sponsor Nazionale. Garante Infanzia: “Gioco azzardo come sponsor è uno sbaglio”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Ottobre 2016 - 18:56 OLTRE 6 MESI FA
Intralot sponsor Nazionale. Garante Infanzia: "Gioco azzardo come sponsor è uno sbaglio"

Intralot sponsor Nazionale. Garante Infanzia: “Gioco azzardo come sponsor è uno sbaglio”

ROMA – “Scegliere l’azzardo come sponsor della Nazionale di calcio non solo è sbagliato, ma vanifica le prime iniziative che vanno in senso inverso, a tutela dei bambini e degli adolescenti”: è l’opinione di Filomena Albano, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.

Il binomio gioco-azzardo è già di per sé un’associazione sbagliata e fuorviante. Il gioco come espressione di svago, creatività e crescita – argomenta – è un diritto dei bambini e va promosso, a cominciare dal creare luoghi e contesti in cui è possibile incontrarsi e giocare. L’azzardo non è un gioco perché non risponde ai valori educativi e di sviluppo del benessere psico-fisico che riconosciamo al gioco, crea dipendenza ed espone a rischi. Sembra quindi paradossale e profondamente sbagliata l’idea di associare all’azzardo la Nazionale di calcio che, peraltro, è notoriamente seguita dagli adolescenti, e in particolare dai maschi, vale a dire dai giovani che risultano essere maggiormente attratti dall’azzardo. E’ una scelta che sembra vanificare le prime azioni di contenimento dei danni ad esso correlati sui giovani, come quella, ad esempio, di evitarne la pubblicità nei luoghi e nelle fasce orarie protette nelle tv generaliste” continua Albano.

Il rischio di identificare l’azzardo come obiettivo finale della competizione sportiva è particolarmente alto, e altrettanto alto il rischio di produrre una vera e propria confusione di valori, associando esperienze e messaggi molto distanti tra loro e per certi versi antitetici. Non bisogna dimenticare che i ragazzi non possono aver sviluppato una consapevolezza che sia in grado di discernere l’assoluta distanza tra le due esperienze: quella della sana competizione sportiva da una parte e l’azzardo dall’altra. E’ anche una questione di rispetto dei ragazzi, personalità in evoluzione che dobbiamo aiutare, semmai, a non essere tratte in inganno” conclude.