Umberto Toia, capo ultrà Juve sprangato. Questione di “affari”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Dicembre 2013 - 08:21 OLTRE 6 MESI FA
Umberto Toia, capo ultrà Juve sprangato. Questione di "affari"

Umberto Toia, capo ultrà Juve sprangato

TORINO – Lo hanno aspettato, spranghe in mano, davanti al suo bar di Grugliasco (Torino), il “Black & White”. Lo hanno aspettato e quindi lo hanno aggredito e sprangato fino a lasciarlo in terra esanime. Umberto Toia, 48 anni, è in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.

Quello di cui gli investigatori sono certi è che si sia trattato di una spedizione punitiva la cui origine va cercata nelle dinamiche di affari e potere interne alla tifoseria organizzata della Juventus. Perché Toia dei tifosi della Juve è uno dei “capi”. A cominciare dal nome del bar “black & white” che è più di un richiamo ai colori della Juve. Ma Toia, raccontano Gianni Santucci e Filippo Bonsignore in un pezzo sul Corriere della Sera, è anche leader di uno dei gruppi organizzati più importanti dei tifosi della Juventus, “tradizione”.

Non si tratta esclusivamente di tifo visto che “Tradizione” è anche un brand, un marchio di abbigliamento dedicato proprio alla Juve. Come racconta il Corriere Tradizione

è il cuore di una galassia di altre sigle (Fighters , Antichi valori ), che allo stadium occupano la parte bassa della curva, vicino al campo, e che in passato si sono contrapposte a chi oggi sta in alto, al secondo anello, i Drughi . Quei posti in curva, nell’estate 2011, durante il ritiro della Juve a Bardonecchia, alcuni gruppi se li contesero in una rissa a coltellate. E non perché da un settore si veda meglio o peggio. La posizione vuol dire potere, che significa seguito, e quindi guadagno per i professionisti del tifo. Non si parla di milioni di euro, in curva. Ma buoni affari comunque si fanno. 

E poi c’è il discorso della contiguità tra tifoseria organizzata e club. Sempre il Corriere della Sera racconta che il 18 agosto 2013, quando la Juventus aveva appena vinto la Supercoppa Italiana battendo la Lazio 4-0 Toia fu inquadrato dalle telecamere mentre alzava il trofeo. Trofeo passato chissà da chi e tenuto in mano per qualche secondo come se Toia fosse un calciatore o un dirigente del club.

Ora gli investigatori sono sicuri: il motivo dell’aggressione di Toia va cercato in “motivi di stadio” che non vuol dire necessariamente e strettamente questioni di tifo. Ci potrebbero essere di mezzo anche gli affari collegati alla galassia stadio-tifo-ultras.