Petrucci: “Società e Lega facciano le riforme”

Pubblicato il 22 Dicembre 2011 - 14:57 OLTRE 6 MESI FA

Gianni Petrucci (LAPresse)

ROMA  – ”Noi ringraziamo il governo perche’ ci finanzia e ci da’ certezze, la lega e la societa’ pensino alle riforme, fare polemiche con me non serve a niente”. Il presidente del Coni Gianni Petrucci, in una lunga intervista a Sky Sport 24, torna su un argomento che gli sta molto a cuore e che finora sembra non aver trovato terreno fertile.

”Io ho il diritto-dovere di intervenire come e quando voglio – sottolinea Petrucci -, non per arroganza ma per legge. Il mio dovere e’ di vigilare sulla federazione e la federazione deve farlo sulla lega. Le polemiche che fanno su di me mi lasciano sereno. Comunque non e’ possibile che i lodi arbitrali che fanno parte del contratto collettivo non siano stati ancora firmati, non basta prendere atto, bisogna anche rispondere”. Ma perche’ i presidenti non si mettono mai d’accordo? ”Non lo so, e’ un mistero – risponde Petrucci -. Da quanti anni si dice che ci sono troppe societa’ in serie A e nel calcio professionistico in generale. per me non ci vuole tanto, una riforma non si puo’ fare da un anno all’altro, ma programmarla si’. Se non ci si riunisce e non si fanno dei progetti, il calcio non va avanti e noi non siamo contenti. il calcio ci ha dato tanto, e’ in tutto lo sport italiano la disciplina che ha vinto piu’ campionati del mondo. Certamente pero’ quella delle scommesse non e’ una bella pagina dello sport italiano”.

Secondo Petrucci, nel calcio di oggi ”mancano il rapporto umano ed il rispetto delle istituzioni. Oggi quando si viene colpiti si dice ‘ce l’hanno con me’, ma quando uno viene condannato le leggi bisogno rispettarle. Abete e’ uno leale e composto che fa rispettare le regole senza sbraitare. Sono contro il calcio quelli che pensano che insultando le istituzioni le difendono”. Petrucci e’ pentito di aver istituito il tavolo della pace? Lo considera un fallimento? ”No, sono soddisfatto – risponde il presidente del Coni -, perche’ anche se non si e’ raggiunto il risultato finale, si sono incontrati presidenti che non lo facevano da quattro-cinque anni e si sono stretti la mano, dopo aver parlato cinque ore. E il giorno dopo persone come Diego Della Valle mi hanno chiamato per dirmi di andare avanti. Anche altri mi hanno chiamato”. ”Se i tempi matureranno – sottolinea Petrucci -, ci incontreremo di nuovo. Il tavolo della pace non e’ stato un fallimento, i rapporti sono migliorati e serve anche questo. Non sono affatto pentito, lo rifarei”. .