Schiavone, 8 ko in 8 gare con la Williams: “Ma sono delusa, posso battere Venus”

Pubblicato il 8 Settembre 2010 - 16:21 OLTRE 6 MESI FA

Francesca Schiavone

Ci ha perso otto volte su otto, eppure pensa ancora di poterla battere. Potenza del primo slam vinto da un’italiana, appena tre mesi fa a Parigi.

Francesca Schiavone rilancia la sfida dopo la sconfitta con Venus Williams nei quarti degli Us Open. ”Flamboyant” (sfavillante) e ”resilient” (tenace, in grado di recuperare) sono tra gli aggettivi più usati sulla stampa anglosassone per la Leonessa di Milano. Capace di un tennis spettacolare e vario, classico in un mondo di picchiatrici vitaminizzate (Venus compresa), con il rovescio a una mano e le improvvise discese a rete, usando tutti i ‘tagli’ sulla palla.

E in grado di recuperare da 0-4 nel tie break del primo set (perso) e da tre game sotto nel secondo set (perso). Francesca non si rassegna alla superiorità definitiva dell’americana, un tempo numero uno del mondo e oggi al quinto posto. Si è lamentata del vento violento la conquistatrice del Roland Garros, perché Williams riusciva a servire lo stesso potente dall’alto del suo metro e 85, lei invece faticava. L’exploit di Parigi ha dato a Schiavone una nuova giovinezza a 30 anni, l’idea che i margini di miglioramento siano ancora vasti. ”Sono positiva. La mia carriera non finisce qui – ha detto dopo l’eliminazione a Flushing Meadows – Voglio giocare gli Australian Open e di nuovo il Roland Garros, Wimbledon e gli Us Open, così avrò un’altra oppportunità di fare qualche altro grande risultato”.

”Sono molto delusa perché avevo la chance e la qualità per batterla – ha detto la campionessa italiana, che ha sbagliato sui punti decisivi -. Lei non ama giocare con me. Questa volta ha vinto lei, ma troverò il modo di batterla”.

Finora la maggiore delle Williams, 30 anni pure lei, è stata sempre troppo potente e troppo solida per Schiavone, troppo più abituata a giocare partite simili. E l’americana non si sente affatto a disagio con l’italiana. ”Mi piace vedere il mio nome accanto al suo – ha sorriso -. So che con lei devo giocare bene, ma mi piacciono i nostri incontri, ovviamente perché di solito ne esco bene. ”Ha fatto una grande partita – ha poi concesso la Venere -. Non è facile giocare in queste condizioni (vento forte, ndr). E’ difficile capire quale decisioni prendere, ma ha giocato in modo eccellente”. Onore delle armi da una giocatrice che a New York cerca il terzo titolo. Ma alla Leonessa non basta, ci riproverà presto.