Schiavone, 8 ko in 8 gare con la Williams: “Ma sono delusa, posso battere Venus”

Francesca Schiavone

Ci ha perso otto volte su otto, eppure pensa ancora di poterla battere. Potenza del primo slam vinto da un’italiana, appena tre mesi fa a Parigi.

Francesca Schiavone rilancia la sfida dopo la sconfitta con Venus Williams nei quarti degli Us Open. ”Flamboyant” (sfavillante) e ”resilient” (tenace, in grado di recuperare) sono tra gli aggettivi più usati sulla stampa anglosassone per la Leonessa di Milano. Capace di un tennis spettacolare e vario, classico in un mondo di picchiatrici vitaminizzate (Venus compresa), con il rovescio a una mano e le improvvise discese a rete, usando tutti i ‘tagli’ sulla palla.

E in grado di recuperare da 0-4 nel tie break del primo set (perso) e da tre game sotto nel secondo set (perso). Francesca non si rassegna alla superiorità definitiva dell’americana, un tempo numero uno del mondo e oggi al quinto posto. Si è lamentata del vento violento la conquistatrice del Roland Garros, perché Williams riusciva a servire lo stesso potente dall’alto del suo metro e 85, lei invece faticava. L’exploit di Parigi ha dato a Schiavone una nuova giovinezza a 30 anni, l’idea che i margini di miglioramento siano ancora vasti. ”Sono positiva. La mia carriera non finisce qui – ha detto dopo l’eliminazione a Flushing Meadows – Voglio giocare gli Australian Open e di nuovo il Roland Garros, Wimbledon e gli Us Open, così avrò un’altra oppportunità di fare qualche altro grande risultato”.

”Sono molto delusa perché avevo la chance e la qualità per batterla – ha detto la campionessa italiana, che ha sbagliato sui punti decisivi -. Lei non ama giocare con me. Questa volta ha vinto lei, ma troverò il modo di batterla”.

Finora la maggiore delle Williams, 30 anni pure lei, è stata sempre troppo potente e troppo solida per Schiavone, troppo più abituata a giocare partite simili. E l’americana non si sente affatto a disagio con l’italiana. ”Mi piace vedere il mio nome accanto al suo – ha sorriso -. So che con lei devo giocare bene, ma mi piacciono i nostri incontri, ovviamente perché di solito ne esco bene. ”Ha fatto una grande partita – ha poi concesso la Venere -. Non è facile giocare in queste condizioni (vento forte, ndr). E’ difficile capire quale decisioni prendere, ma ha giocato in modo eccellente”. Onore delle armi da una giocatrice che a New York cerca il terzo titolo. Ma alla Leonessa non basta, ci riproverà presto.

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