Totti: “E’ finito il campionato”. Ha torto o ragione? Si dice o non si dice?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Settembre 2018 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA
Totti: "E' finito il campionato". Ha torto o ragione? Si dice o non si dice?

Totti: “E’ finito il campionato”. Ha torto o ragione? Si dice o non si dice?

ROMA – “Il campionato è ancora lungo ma bisogna essere realisti: la Juventus fa un campionato a parte, è inutile nasconderlo. Noi ce la giochiamo con Milan, Inter, Napoli e Lazio. E’ un secondo campionato”. Realisti o rassegnati? Le dichiarazioni del dirigente Totti hanno fatto discutere, era inevitabile, lui a Roma resta una semi-divinità, quindi in città le sue parole sono accolte come oracoli. E gli oracoli non si discutono: di qui la contraddizione, il rovello.

“Meglio una bella bugia o una brutta verità?”. Il sito Giallorossi.net coglie il punto. Irrisolvibile come gli enigmi di Delfi. Per l’ex bandiera interista e oggi commentatore Sky Giuseppe Bergomi, per una volta Totti ha giocato in difesa: proteggeva il suo allenatore in difficoltà, toglieva pressioni a Di Francesco, metteva le mani avanti. Sarà, ma intanto ha messo una ganascia ai sogni di gloria che ogni inizio di campionato visitano i tifosi trepidanti.

C’è chi apprezza l’onestà di Totti, ma non accetta di darsi per vinti senza nemmeno provarci. Per il direttore del Corriere dello Sport Zazzaroni quello che ha detto “è terribile, fa malissimo”. La verità fa male, per definizione, e l’arrivo di Cristiano Ronaldo aggiunge un mattone pesante al muro dell’inevitabile, del già scritto. Ma senza illusioni si può vivere? I più smaliziati intravedono nella rassegnazione di Totti la museruola dirigenziale ad altri pensieri, quegli “aiutini” di cui si lamentava quando ancora deliziava le platee (tecnicamente un déjàvu, nel 2014 dopo una sconfitta a Torino con due rigori contro parlò del “campionato a parte” giocato dai bianconeri).

All’epoca parlò di pancia, senza filtri, stavolta forse è stato imbeccato, da Pallotta, da Monchi? Difficile dire, fatto sta arrendersi in anticipo sulla sfida non è esattamente uno spot per lo sport: e le critiche al Capitano per sempre si sprecano, superano addirittura i consensi. A meno che, come quando riusciva a vedere possibilità di passaggio invisibili al resto degli umani, la palla della speranza l’abbia solo nascosta per un momento agli avversari. Per farla riemergere filante e pericolosa più in là, quando serve. Un assist a orologeria.