Aids. I muscoli producono anticorpi contro l'Hiv

Pubblicato il 1 Dicembre 2011 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L'Hiv si combatte con i muscoli: una terapia sviluppata da un'idea geniale ha infatti trasformato i muscoli di topi in fabbriche di potenti anticorpi anti-Hiv inserendo al loro interno il gene per produrre questi anticorpi. I topi con i supermuscoli geneticamente modificati riescono a sconfiggere dosi elevatissime di virus.

Pubblicato sulla rivista Nature, il successo e' frutto del lavoro del Nobel per la Medicina David Baltimore del California Institute of Technology di Pasadena, che ha trovato il modo di combattere l'infezione da Hiv utilizzando non metodi per rinforzare le difese immunitarie del paziente, ma dotandolo di nuove difese attraverso i muscoli.

Poiche' i muscoli non sono un normale bersaglio del virus dell'Aids, questo viene annientato dagli anticorpi prodotti al loro interno. Il lavoro e' promettente, anche perche' ''e' di un gruppo di ricercatori molto ben considerato nel campo, che per di piu' hanno riportato dei risultati molto chiari'', commenta la scoperta Vittorio Colizzi, immunologo dell'universita' Tor Vrgata di Roma.

Fino ad oggi si e' tentata la strada di battere l'Hiv rinforzando in svariati modi il sistema immunitario del soggetto colpito; ma questa strada non ha dato ancora buoni frutti proprio perche' il virus attacca preferenzialmente le difese immunitarie del suo ospite colpendole in modo diretto.

Da qui l'idea di lavorare contro di lui da un'altra ''frontiera'', i muscoli, proprio perche' non sono un bersaglio del virus. I ricercatori hanno inserito i geni per potenti superanticorpi anti-Hiv nel Dna dei muscoli di topo e questi hanno cominciato a produrne massicce qunatita'. Gli anticorpi rilasciati dai muscoli sono risultati capaci di proteggere i topi da dosi massicce del virus, anche 100 volte superiori alla dose letale.

''La tecnica utilizzata e' molto promettente – afferma Colizzi – non solo per l'AIDS ma anche per altre malattie infettive. E' necessario, pero', che il dato sia ripetuto su primati non Umani, e quindi nell'uomo, prima di poter dire di avere trovato una soluzione''.