Frequenze tv, Mediaset: “Così viene sospesa la legalità”

Pubblicato il 20 Gennaio 2012 - 19:54 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La sospensione del beauty contest per le frequenze digitali tv, per Mediaset e’ un ”atto sospenda in realta’ una situazione di legalita’ che deve invece essere al piu’ presto ristabilita. Al di la’ delle mistificazioni circolate, il beauty contest e’ assolutamente legittimo”.

Mediaset confida che Ministero e Governo ”restituiranno certezza al diritto. In attesa di conoscere i contenuti del provvedimento, si riserva di valutare le azioni necessarie alla tutela degli interessi di una societa’ quotata”.

”L’iter che ne ha guidato la realizzazione – continua Mediaset – e’ stato asseverato passo per passo, fin nelle piu’ dettagliate previsioni, da Agcom, Ministero dello Sviluppo Economico e Commissione Europea. Si tratta di una procedura equa, trasparente e non discriminatoria in grado di mettere la parola fine all’annosa querelle aperta in materia dalla UE contro l’Italia. Che l’assegnazione fosse attuata senza asta a rilanci, ma sulla base di parametri comunque economici come gli investimenti effettuati e previsti, la solidita’ del progetto industriale e le capacita’ professionali dimostrate, e’ stato condiviso ufficialmente dalla Commissione Europea e la stessa Commissione ha concordato il diritto degli operatori integrati a partecipare all’assegnazione con limiti e obblighi cogenti”.

”E’ questa la lampante dimostrazione che il beauty contest non regala niente a nessuno, tanto meno agli operatori integrati come Mediaset che nel passaggio dall’analogico al digitale sono stati gia’ penalizzati con la perdita di un multiplex ciascuno. In piu’, Mediaset ha sempre acquisito sul mercato, pagandole, le frequenze in uso e ogni anno versa allo Stato un cospicuo canone di concessione calcolato in percentuale sul proprio fatturato. Quando lo Stato avvia ufficialmente una procedura pubblica di assegnazione di un bene, prende un impegno preciso con chi vi aderisce sostenendo investimenti. E tutti noi operatori riconosciuti idonei all’assegnazione – pubblici, privati, nazionali o locali – abbiamo a nostra volta preso impegni e abbiamo il diritto di pretendere che lo Stato mantenga i propri”.