Gucci “sfrutta i cinesi”. L’accusa di Aroldo Guidotti, artigiano fiorentino

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Dicembre 2014 - 12:21 OLTRE 6 MESI FA
Gucci "sfrutta i cinesi". L'accusa di Aroldo Guidotti, artigiano fiorentino

Aroldo Guidotti intervistato durante la trasmissione Report

ROMA – A finire nel mirino della trasmissione Report, dopo il servizio sulle piume d’oca della Moncler, sono le borse di Gucci. Gli artigiani in regola vengono sostituiti dai più concorrenziali cinesi.

Gucci è stata denunciata da un artigiano fiorentino, Aroldo Guidotti, che in un’intervista concessa durante la trasmissione di Rai 3, Report, racconta (qui il servizio) che “alle 11 di sera a Scandicci ci sono fabbriche tutte illuminate dove lavorano i cinesi. Io stesso li ho assunti part-time a 4 ore, ma loro ne lavorano almeno 16 al giorno. È questo il gioco che ci sta ammazzando. I cinesi lavorano 150 ore di più di quelle segnate”.

Secondo Guidotti, i cinesi lavorano dalle 9 di mattina alle 23 e “le borse modello Bambù da 1800 euro le assemblano loro. Lavorano anche il sabato ma non viene segnato”.

La maison Gucci ha comunicato di volersi dissociare “nel modo più assoluto dai contenuti e dalla forma del servizio” mandato in onda domenica 21 dicembre.

“La signora Gabanelli – si legge in una nota della casa di moda di proprietà del colosso francese del lusso Kering, gruppo proprietario di Gucci  – non ha mai posto a Gucci alcuna domanda pertinente su quanto da cinque mesi stava girando. Telecamere nascoste o utilizzate in maniera inappropriata, solo in aziende selezionate ad arte da Report (3 laboratori su 576), non sono testimonianza della realtà Gucci”.

Il servizio ha accusato Gucci di consigliare l’utilizzo di forza lavoro cinese a basso costo.

“Tutto ciò è falso e destituito di ogni fondamento e fortemente diffamatorio – si difende Gucci -. Così come lo è la frase del servizio ‘all’interno dell’azienda …ci deve essere un prestanome italiano. Accordarsi a insaputa di Gucci con laboratori che utilizzano manodopera cinese a basso costo e non in regola – sabotando i sistemi di controllo in essere – è una truffa dalla quale Gucci si dissocia e che perseguirà in tutte le sedi”, spiega ancora la nota.

Gucci “produce il 100% della pelletteria in Italia dando lavoro a oltre 7mila addetti tra fornitori di primo livello (1.981) e fornitori di secondo livello. Di questi addetti, circa il 90% sono di nazionalità italiana, mentre tutte le 576 aziende sono italiane. Tutti i fornitori di primo e di secondo livello vengono regolarmente controllati (circa 1.300 verifiche l’anno, anche notturne) sul rispetto delle regole e il corretto trattamento delle persone. Ricordiamo che il lavoro notturno, se svolto secondo la normativa, non è reato: si chiama straordinario o turnazione”.