Sky attacca il governo italiano: “Ostacola chi investe”

Pubblicato il 2 Marzo 2011 - 14:04 OLTRE 6 MESI FA

Rupert Murdoch

ROMA – Sky attacca il governo italiano (“ostacola chi investe”) e “ringrazia” la magistratura (“ci permette di partecipare alle gare delle frequenze del digitale terrestre”): infatti da un lato l’emittente televisiva ”prende atto con soddisfazione del parere espresso dal Consiglio di Stato” che in sostanza ha ribadito la legittimità della partecipazione della tv satellitare alla gara delle frequenze del digitale terrestre. Dall’altro,l’amministratore delegato, Tom Mockridge, si è detto anche “stupito” dell’atteggiamento del ministero dello Sviluppo economico che, ”invece di incentivare investimenti” come quelli fatti da Sky, sembra ”più interessato a ricercare con insistenza soluzioni che vanno nella direzione opposta, proponendo barriere e vincoli nei confronti di chi ha scelto di rischiare i propri capitali in imprese italiane”.

”Sky Italia – si legge in una nota della piattaforma satellitare che fa capo a Rupert Murdoch – prende atto con soddisfazione del parere espresso dal Consiglio di Stato. Parere che ha ribadito non solo la piena legittimità della partecipazione di Sky Italia al ‘beauty contest’ per l’assegnazione delle frequenze del digitale terrestre, ma che sottolinea anche come questa partecipazione giovi al mercato in quanto garantisce una maggiore apertura e concorrenza”.

”Sky Italia – assicura l’ad Tom Mockridge – continuerà ad investire in Italia e a dare il suo contributo per far crescere il settore televisivo di questo paese. Un investimento che secondo un recente studio ha generato oltre 22.500 posti di lavoro tra dipendenti, collaboratori diretti e indotto e che ha trainato la crescita dell’intero comparto”.

”Certo – sottolinea ancora Mockridge – stupisce che proprio chi dovrebbe perseguire l’obiettivo di sostenere ed agevolare questa crescita, ovvero il ministero dello Sviluppo Economico, invece di incentivare investimenti come quelli fatti da Sky Italia, sembri più interessato a ricercare con insistenza soluzioni che vanno nella direzione opposta, proponendo barriere e vincoli nei confronti di chi ha scelto di rischiare i propri capitali in imprese italiane. Barriere e vincoli che – oltre ad essere difficili da giustificare sul piano dell’opportunità, soprattutto in una fase economica complessa come quella che sta vivendo l’Italia – non sono neanche compatibili con i principi della concorrenza e con le regole europee”.