PECHINO – Prima hanno usato granate e gas lacrimogeno per stanare i sospetti terroristi dal loro covo, poi fallito il tentativo hanno usato i lanciafiamme. La polizia cinese è intervenuta così contro un gruppo di sospetti terroristi islamici nascosti in una grotta nella regione dello Xinjiang. Un raid che da Pechino è stato definito come il primo atto nella caccia alle forze estremiste in Cina e in cui 28 presunti terroristi sono stati arrestati.
Il governo cinese il 22 novembre ha fatto sapere che i 28 terroristi, responsabili di un attacco nella miniera di carbone di Aksu lo scorso settembre, sono stati arrestati. Il sito del quotidiano inglese Daily Mail scrive che la polizia cinese ha annunciato di aver trovato il gruppo di presunti terroristi islamici nelle montagne della regione occidentale della Cina e di averli stanati “come le aquile scoprono le loro prede”.
Le forze speciali avrebbero prima tentato di stanare i sospetti usando gas lacrimogeno e granata, ma quando i loro attacchi sono falliti hanno deciso di passare alle maniere forti, sfoderando i lanciafiamme. Solo dopo i lanciafiamme i sospetti sono usciti dal loro nascondiglio e sono stati arrestati.
I sospetti fanno parte di un gruppo di islamici cinesi e secondo alcune associazioni non sarebbero terroristi, ma solo indipendentisti “colpevoli” di aver contraddetto il governo cinese, che avrebbe usato la paura per gli attacchi a Parigi come scusa per poter usare i lanciafiamme contro dei semplici militanti e arrestarli, compiendo così un abuso di potere.