Cesare Tavella, agronomo veterinario. Perché obiettivo Isis?

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Settembre 2015 - 07:20 OLTRE 6 MESI FA
Cesare Tavella, agronomo veterinario. Perché obiettivo Isis?

Cesare Tavella, agronomo veterinario. Perché obiettivo Isis?

DACCA – Lo hanno raggiunto in moto mentre faceva jogging e lo hanno crivellato di colpi. E’ morto così Cesare Tavella, il cooperante italiano di 51 anni ucciso in Bangladesh, nel quartiere Gulshan, cuore diplomatico della capitale Dacca. Dopo qualche ora è arrivata la rivendicazione dell’Isis che sul web proclamava l’uccisione dello “spregevole crociato”. E mentre la Farnesina cerca di verificare la veridicità della rivendicazione, viene spontaneo domandarsi: perché uno sconosciuto veterinario di Casola Valsenia (Ravenna) che lavorava per un’agenzia di aiuti internazionale e insegnava agronomia ai Paesi in via di sviluppo, è finito nel mirino dell’Isis?

Tavella era finito in Bangladesh per pagarsi il mutuo su un podere in Romagna, dove sognava di ritirarsi un giorno. Aveva già fatto il cooperante in Africa e in Yemen. Una quindicina di anni fa era tornato con la famiglia a Casola Valsenio e aveva acquistato un podere. Sperava di poter vivere della sua terra, coltivando frutta, ma i debiti da pagare lo avevano spinto ad affittare la proprietà e a tornare a girare il mondo per insegnare la coltivazione e l’allevamento ai contadini dei paesi più arretrati.

Secondo Rita Katz, direttrice del Site, il gruppo di intelligence che monitora gli scambi tra i gruppi jihadisti sul web, Tavella potrebbe essere una vittima della guerra tra Al Qaeda e l’Isis per la supremazia del terrore in Bangladesh. “Mentre Al Qaeda in Bangladesh ha ucciso dei blogger in una campagna per la difesa del Profeta – spiega Katz – l’Isis ha ucciso Cesare (Tavella, ndr) perché è occidentale”.

Katz fa riferimento in particolare alla cellula qaedista denominata Ansarullah Bangla Team, accusata di aver ucciso, solo nel 2015, almeno quattro scrittori e blogger critici con il fondamentalismo islamico. Inoltre, pochi giorni fa Ansarullah Bangla ha pubblicato una lista di 20 blogger, per lo più originari del Bangladesh, che abitano in Europa e negli Stati Uniti, chiedendo al governo di Dacca di “revocare la loro nazionalità” immediatamente perché, “in caso contrario, li cercheremo in qualunque parte del mondo si trovino per ammazzarli sul posto”.

Lo scorso 2 luglio la polizia di Dacca aveva annunciato l’arresto di 12 militanti di Aqsi, tra cui il suo coordinatore per il Bangladesh, il Mufti Mainul Islam. Nel Paese, confermano fonti dei servizi italiani che stanno vagliando l’attendibilità della rivendicazione sull’agguato, c’è una considerevole presenza islamista e le modalità dell’uccisione di Tavella sembrano indicare che l’obiettivo fosse proprio lui. Difficile tuttavia – aggiungono gli 007 – in queste prime ore riuscire a capire se l’italiano fosse nel mirino in quanto cooperante di una ong occidentale o per altri motivi.

Proprio oggi, 28 settembre, il Foreign Office britannico aveva messo in guardia i propri connazionali dalla minaccia terroristica in Bangladesh. Mentre ieri la squadra australiana di cricket aveva rinviato la propria partenza per un tour nel Paese nel timore di attacchi mirati.

Tavella, secondo la polizia, era in tenuta da jogging quando è stato raggiunto per strada dal commando armato verso le 19. Testimoni hanno raccontato ai media locali di aver sentito almeno tre spari, che hanno ferito l’uomo all’addome, alla mano destra e al gomito sinistro. Gli uomini armati hanno quindi lasciato l’italiano “in una pozza di sangue” e sono poi riusciti a scappare. Alcuni passanti lo hanno quindi soccorso e portato d’urgenza in ospedale. Ma per lui non c’era più nulla da fare: è arrivato già cadavere. La polizia ha subito escluso l’ipotesi della rapina finita male, visto che la vittima aveva ancora con sé tutti i suoi effetti personali.