Juventus e Napoli: campionato non più così deciso

di Renzo Parodi
Pubblicato il 27 Gennaio 2013 - 20:31 OLTRE 6 MESI FA
Walter Mazzarri

Walter Mazzarri

Napoli in rincorsa – Il Napoli è l’anti-Juventus: è stata una previsione di un paio di settimane fa, rinnovata e reiterata domenica scorsa. La vittoria di Parma, campo fino ad allora invitto, pesa in classifica: il distacco degli azzurri dalla capolista è sceso a tre punti, la Lazio è terza a sei lunghezze.

Il Napoli è una squadra matura, equilibrata. Mazzarri è un maestro di calcio, ha un caratteraccio ma ha pochi rivali in panchina. Se De Laurentiis non gli rovina l’umore, terrà il Napoli in corsa fino all’ultimo per lo scudetto. All’ottava in calendario c’è Napoli-Juventus, se le due squadre ci arriveranno separate da tre punti (o meno), beh allora una bella fetta di scudetto si deciderà nel confronto diretto al San Paolo.

Buon per il campionato, visto che il dominio juventino – sfumato nelle ultime settimane – minacciava di svuotare di interesse. Della Juvenus ho già detto in altro commento. Aggiungo che l’involuzione – di gioco e di risultati – non si spiega solo con le assenze, certamente pesanti, di Asamoah, Chiellini e Pirlo. Va registrato anche un evidente calo di tensione, la squadra di Conte ha perso mordente e ritmo. Le voci di mercato forse non favoriscono la concentrazione, tutto il baccagliare sul top player può avere distratto un po’ i ragazzi.

Giovinco non attraversa il miglior periodo, di Quagliarella si erano perdute le tracce, Matri è scivolato al quarto e ultimo posto nelle gerarchie di Conte. La Juventus segna poco e subisce un po’troppo per una squadra che coltiva le massime ambizioni. Il centrocampo ha perduto equilibrio e mordente e non protegge più la retroguardia con la ringhiosa puntualità del girone di andata.

Non credo che Anelka, antico e un poco consunto fromboliere francese ultimamente disperso in Cina, possa capovolgere le gerarchie in attacco e imprimere uno scatto in avanti al rendimento dell’attacco bianconero. Tant’è vero che Marotta sta tentando di reclutare Lisandro Lopez dal Lione. In attesa dell’arrivo di Llorente, a giugno.

Brutto segno gli isterismi di Conte e le insinuazioni di Marotta sull’arbitro Guida, in coda al pari contro il Genoa. L’arbitro campano può aver preso un abbaglio sul tocco di braccio di Granqvist– personalmente non lo penso, semmai Guida ha sbagliato a non fischiare altri due rigori, uno per parte – ma la reazione oltre che eccessiva è controproducente. Fornisce un alibi ai giocatori.

 

Milan quinto, Roma indietro –  Zitto zitto, en attendent Balotelli (Galliani ci sta lavorando), il Milan scala posizioni.E’ salito al quinto posto, i tre punti di Bergamo sono grasso che cola. Allegri ha “salvato” Robinho, recuperato il miglior Pazzini e El Shaarawy tornando al gol lo ha tranquillizzato sulla sua buona predisposizione a proseguire sulla strada maestra. Ne ha segnati 15, tanti quanti Cavani che però figura capocannoniere con 18 reti, di cui tre però sono arrivate su calcio di rigore. Se davvero approdasse in rossonero Balotelli, Allegri avrebbe problemi di scelta e, soprattutto, di equilibrio nello spogliatoio. Al punto che l’allenatore, a domanda ha precisato che al Milan vigono regole precise e che non sono ammesse eccezioni.

Roma capocciata – A proposito di regole, Zeman alla vigilia della trasferta di Bologna ha attaccato i suoi reclamando il rispetto delle regole e accusando li di mancanza di spirito di sacrificio. La mistica del lavoro, si sa, è la stella polare del tecnico boemo ma francamente sfugge la ragione della strigliata zemaniana, che chiama in causa anche e forse soprattutto la società.

In controluce alle sue parole infatti si legge una critica, neppure troppo velata, al lassismo di Baldini & C. La replica del direttore generale, arrivata prima del rocambolesco 3-3 di Bologna, segnala il fastidio della Roma società.- ”La disciplina non si ottiene attraverso regole scritte, che per altro ci sono, ma dipende dalla credibilità che si ha verso il proprio ambiente, dagli esempi che si riescono a dare e dai comportamenti che si riesce ad ottenere”.

Vi si legge l’invito, rivolto a Zeman, a fare autocritica e a riformulare il proprio rapporto con i calciatori. Preavvisi di divorzio? La classifica piange (la Roma è scivolata all’ottavo posto, scavalcata dal sorprendente Catania che si inserisce nella zona Europa. La proprietà americana non è famosa per la pazienza e se non arriveranno ben altri risultati per Zeman fatalmente le campane suoneranno a morto.

Fiorentina giù – Prosegue la crisi della Fiorentina (quattro sconfitte su cinque partite tra coppa e campionato), e tuttavia è crisi di risultati e non di gioco, opportunamente lo ha puntualizzato Montella. A Catania la squadra viola ha giocato una eccellente partita, è caduta nel finale dopo essere rimasta in dieci per l’espulsione di Aquilani che ha detto una parola di troppo all’arbitro Celi. La multa sarà inevitabile.

Resta il fatto che l’assenza di Pizarro è praticamente irrimediabile. E che un paio di punti deboli la Fiorentina ce li ha. Il portiere è un ruolo scoperto, Neto è bravo ma giovane e Viviano sembra bruciato, tanto che si parla di una sua partenza sul mercato di gennaio (Bologna? Inter? Roma?). manca una punta centrale forte che sgravi l’attenzione delle difese da Jovetic, non ancora tornato si suoi standard migliori dopo l’infortunio che lo ha tenuto fuori oltre un mese.

Se la Juventus mettesse subito le mani su Lisandro Lopez potrebbe essere Quagliarella a prendere la strada di Firenze. In attesa della piena guarigione di Giuseppe Rossi, in primavera. L’Europa League è il massimo traguardo accessibile per la squadra viola e voglio vedere chi avrebbe il coraggio di lagnarsene.

Coda selvaggia – La tonnara della zona-salvezza registra il tennistico successo della Sampdoria sul Pescara, nel nome del presidente Riccardo Garrone, scomparso lunedì scorso e celebrato con commoventi manifestazioni d’affetto al Ferraris. La goleada blucerchiata si spiega con le motivazioni particolari di giornata e la congenita fragilità difensiva del Pescara.

Maurito Icardi ha bagnato la festa dilagando con quattro gol all’ottimo (davvero) Perin, ventenne portiere di proprietà del Genoa che pare destinato al Milan. Sollecitato da Prandelli a farsi italiano per vestire l’azzurro della Nazionale, Icardi ha sì professato i suoi sentimenti argentini, ma non ha chiuso del tutto la porta alla chiamata di Prandelli.

La sua quotazione frattanto schizza alle stelle, tuttavia in attesa di perfezionare il prolungamento del suo contratto con la Sampdoria, che scade nel giugno 2015 (con ovvio ritocco all’insù dell’ingaggio, oggi fermo a 60mila euro a stagione) ma Edoardo Garrone non lo lascerà andare. Almeno non la prossima estate.

La Atalanta che pareva già virtualmente salva finisce nel gorgo. Paga dazio al Milan, ma soprattutto agli addii di Peluso e Manfredini (e prossimamente di Schelotto?) hanno impoverito l’organico di Colantuono. Il pari tra Cagliari e Palermo scontenta i siciliani, raggiunti sull’1-1 solo nel finale. I sardi peraltro avrebbero vinto ai punti, fermati dalle formidabili parate di Sorrentino, uno dei colpi invernali del dg Lo Monaco che ha cambiato faccia al Palermo.

La situazione di classifica resta disperata , il Palermo è penultimo a 17 punti, uno sotto il Genoa. Ma il gioco sta sbocciando e Gasperini non è un pivello. Può realizzare il miracolo. Difficile che riesca invece al povero Siena di Iachini, ultimo e solo a 14.  A Udine un gol di Muriel lo condanna alla sconfitta. Per Siena, non è proprio l’anno giusto, ramo calcio e ramo banche…

Arbitri in barca – Valeri caccia Colantuono perché è uscito dall’area tecnica. Guida ignora l’aggressione verbale e quasi fisica di Conte. Voglio dirlo? Il potere ha un’arroganza ineffabile.