Stadio Ferraris, non solo Genoa e Sampdoria: anche concerti e fiere

di Renzo Parodi
Pubblicato il 1 Dicembre 2012 - 07:54 OLTRE 6 MESI FA
Lo stadio Luigi Ferraris di Genova

GENOVA – Appena celebrato il secolo di vita – fu inaugurato nel gennaio 1911 con un match amichevole tra Genoa e Internazionale – lo stadio del calcio genovese entra in una nuova vita. Dal 1° dicembre il Luigi Ferraris sarà affidato alla gestione di un consorzio di imprese, evocativamente battezzato Stadium, che dovrà trasformare la cattedrale del calcio in un impianto polivalente.

Calcio in prima battuta, ovviamente, ma anche altro: concerti, kermesse, visite guidate. Una trentina di grandi eventi che dovranno animare l’impianto a partire dal 2014. Uno stadio che dovrà vivere e pulsare 365 giorni all’anno, secondo l’ambizioso impegno assunto dai nuovi gestori, che promettono anche una bonifica interna dell’impianto, che ha poco più di vent’anni: venne costruito ex novo sul perimetro dell’antico Ferraris in occasione dei Mondiali italiani del 1990, ed è rimasto desolatamente sguarnito di servizi: qualche baretto qua e là, servizi igienici insufficienti e il vuoto pneumatico appena cala il sipario sul pallone.

Altro che impianto polivalente a beneficio del quartiere e della città, come si era favoleggiato ai tempi della sua costruzione. Ora la scommessa viene ripresa e rilanciata dal Consorzio Stadium, composto dai bolognesi di Best Union, soci maggioritari al 40%, dai genovesi di Costa Edutainment al 20% (che gestiscono l’Acquario del porto Antico), da Stadia (al 15%) incaricata di curare il prato, croce irrisolta da quando venne demolito il vecchio Ferraris, e da Unifica (al 25%) consorzio artigiano che si occuperà della manutenzione.

I nuovi gestori verseranno un canone di 310mila euro al comune di Genova e si augurano che anche il Genoa e la Sampdoria, principali fruitori del Ferraris, decidano di entrare nel consorzio. Poco probabile, visto che la struttura è serrata tra le case e il carcere del quartiere di Marassi e lungo il lato delle tribune è segnato dal corso (parzialmente coperto) del torrente Bisagno, tristemente noto per le disastrose alluvioni che periodicamente colpiscono la Superba.

In queste condizioni è difficile immaginare che si possa completarne la copertura, guadagnando nuovi spazi al quartiere e all’impianto. E facilitando l’accesso del pubblico. Ma anche così la scommessa raccolta da Stadium ha il merito di avere smosso le acque limacciose di una città pervicacemente nemica di qualsiasi novità. Il futuro Ferraris (intitolato nel 1933 a Luigi Ferraris, capitano e centromediano del Genoa Cricket and Football club, caduto col grado di capitano nella Grande Guerra) è dunque deciso.

Non sarà abbandonato dal calcio, almeno non dal Genoa i cui tifosi sono fermamente ostili a qualsiasi trasferimento altrove, ipotesi invece coltivata dalla Sampdoria, come diremo. Ma cesserà di essere esclusivamente il tempio del pallone per aprirsi ad altre attività, ludiche e ricreative. Con intuibili ricadute sull’economia cittadina che vive momenti drammatici.