“A chi parla di crisi va chiusa la bocca”. La soluzione finale di Berlusconi

di Lucio Fero
Pubblicato il 26 Giugno 2009 - 18:49| Aggiornato il 27 Giugno 2009 OLTRE 6 MESI FA

Non ha spiegato come, ma sul cosa si debba fare è stato chiarissimo: “Chiudere la bocca”. La bocca Silvio Berlusconi intende tapparla agli “organismi internazionali che ogni giorno dicono la crisi di qua, la crisi di là…”.

Nell’elenco delle organizzazioni da mettere in condizioni di non nuocere, riducendole al silenzio, figurano quindi il Fondo Monetario Internazionale, la Banca centrale Europea, la Commissione Europea, la Banca Mondiale, l’Ocse più svariate sigle variamente riconducibili all’Onu e un bel mazzo di istituti di credito e Fondazioni economiche.

Come si possano appunto ridurre al silenzio Berlusconi non dice, si può però dedurre che, avendo queste libertà di parola fuori dai confini nazionali, la soluzione verrà trovata impedendo il “contagio”, evitando che chiunque in patria possa fare da megafono a queste “bocche” altrove parlanti.

Che questa sia la strada lo si è potuto ascoltare nella conferenza stampa ufficiale del premier a Palazzo Chigi indetta e tenuta per celebrare il varo della manovrina economica d’estate: “Gli organi di stampa riprendono le posizioni del tanto peggio, tanto meglio delle opposizioni e danno incentivi alla paura”. E come si fa a chiudere la bocca alla stampa che rema contro? Qui Berlusconi è stato più esplicito: “L’ho detto e anche se fa scandalo lo ripeto. gli imprenditori debbono minacciare di non dare più la pubblicità…devono essere convincenti con i direttori e i responsabili degli organi di stampa…”. Della tv Berlusconi nulla ha detto e si comprende perchè: i maggiori Tg sono in sintonia con la politica della bocca chiusa.

Nessun leader di nessun governo occidentale ha, nel mondo contemporaneo, la forza e la determinazione che sono dietro questi pensieri e queste frasi. Un Obama, un Sarkozy, una Merkel, un Brown o uno Zapatero che formulasse la frase “chiudere la bocca” agli organismi internazionali e agli organi di stampa non sopravviverebbe alla reazione, non della stampa e degli organismi da tacitare, ma dell’opinione pubblica e del suo stesso schieramento politico. Berlusconi è l’unico che può violare il “tabù democratico” che impone, appunto in democrazia, di non invocare, consigliare, organizzare bavagli.

L’Italia vanta dunque un premier unico nel suo genere e testimonia essa stessa di un’anomalia: Berlusconi può fare quel che nessun altro può fare. Invitare cioè a spegnere i microfoni, riporre i taccuini, ignorare le dichiarazioni, cancellare i report che vengono dal resto del mondo e mostrarsi “convincente” con la stampa nazionale che non esegue minacciandola di chiusura per via economica, per ora.