Franceschini guarda avanti, Bersani indietro: parola del senatore pd Ceccanti nel suo blog

Pubblicato il 10 Settembre 2009 - 18:51| Aggiornato il 11 Settembre 2009 OLTRE 6 MESI FA

franceschini-bersani“Quella di Franceschini è una mozione, in quella di Bersani ce ne sono due configgenti”. Lo scrive il senatore del Pd Stefano Ceccanti sul suo blog, www.ceccanti.ilcannocchiale.it, illustrando le motivazioni che lo spingono a sostenere la candidatura di Dario Franceschini alla segreteria del Pd.

“Nella mozione Franceschini per cambiare l’Italia c’è un modello di partito in cui gli iscritti predispongono le alternative e gli elettori decidono, aprendo alla più ampia partecipazione, che ha una vocazione maggioritaria dando un orientamento forte alle coalizioni a cui partecipa e che per questo propone il collegio uninominale maggioritario. In Bersani c’è un’oscillazione molto forte tra il discorso di investitura che era coerente in senso opposto alla mozione Franceschini e il testo della mozione corretto significativamente ma non senza ambiguità. Si oscilla tra partito degli iscritti e degli elettori, tra mantenimento e smantellamento del bipolarismo. Nella mozione Franceschini – continua Ceccanti – c’è la vera continuità con l’Ulivo, in quella Bersani la nostalgia dell’Unione. Se si vuole vincere le elezioni per applicare un programma riformista non si può e non si deve ripartire dall’Unione, che ci aveva portato con le amministrative del 2007 al 21 per cento dei voti, ma dal dato positivo, pur insufficiente, della ripresa avuta con le Politiche del 2008”.

Altro motivo che Ceccanti porta a sostegno di Franceschini è quello che “se c’è un rapporto strutturato con gli elettori il Pd è davvero più solido. Il discorso di investitura di Bersani voleva tornare indietro dalle primarie per il segretario (gli elettori del Pd sono stati definiti da D’Alema ‘invasori’ del partito), nel testo definitivo della sua mozione si parla genericamente di nuove regole sulla base dell’albo degli elettori. I casi sono due: o si è fatta marcia indietro oppure che per votare bisogna iscriversi tempo prima rispetto alle Primarie. La stessa ambiguità si registra a proposito delle primarie di coalizione. Nella mozione Bersani si precisa che il Pd partecipa alle primarie di coalizione ‘con un proprio rappresentante scelto da iscritti e organismi dirigenti’. Anche qui non è chiaro se non si vuole cambiare nulla o se si vuole alludere all’idea verticistica per cui decidono gli organismi dirigenti con forme di consultazione non vincolante degli iscritti”.

Scrive poi Ceccanti serve “superare il Berlusconismo in avanti”.

“Franceschini – spiega – propone un sistema in cui un grande partito di centrosinistra sta in coalizioni omogenee e relativamente ristrette, analogamente al sistema bipolare strutturato che è nato con le elezioni del 2008, con regole più adeguate imperniate sul collegio uninominale maggioritario. Molti sostenitori di Bersani sponsorizzano da tempo il sistema tedesco che comporterebbe uno smantellamento del bipolarismo. Insomma – conclude Ceccanti -, mentre la mozione Franceschini fa propria la scelta che fu di Abramo di incamminarsi con coraggio verso un futuro inespolorato, la mozione Bersani resta incerta se fare quella scelta o quella opposta di Ulisse, che si limita a ritornare al punto di partenza”.