Limiti al gioco d’azzardo legale: il Governo troverà lo stesso le coperture per il reddito di cittadinanza?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Gennaio 2019 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA
Limiti al gioco d'azzardo legale: il Governo troverà lo stesso le coperture per il reddito di cittadinanza?

Limiti al gioco d’azzardo legale: il Governo troverà lo stesso le coperture per il reddito di cittadinanza? (Ansa)

ROMA – Slot accese solo per 8 ore al giorno: 3 o 4 ore la mattina e poi 4 0 5 ore tardo pomeriggio-sera. Niente slot a meno di 500 metri da luoghi sensibili come scuole o uffici pubblici. Sono tutti limiti che il Governo ha posto al gioco d’azzardo legale in Italia. Limiti per combattere la ludopatia (anche se in Italia i cosiddetti “giocatori problematici” sono lo 0.9%) ma che in realtà pongono le basi per una seria contraddizione: lo Stato è disposto davvero a rinunciare a una parte delle entrate dal gioco?

Tenendo le slot spente e limitandone quindi l’uso, per le aziende ci saranno molte meno entrate, e di conseguenza anche per lo Stato che di quelle entrate ci prende una cospicua parte in tasse. E allora, cosa ha deciso di fare il Governo con l’ultima legge di Stabilità per garantire comunque entrate importanti dal settore del gioco? Semplice, aumentare la tassazione. Soldi che serviranno in parte per coprire le spese del reddito di cittadinanza e quota 100. Una mossa che come risultato ha quella appunto del controsenso: da una parte il Governo fa la crociata etica contro il gioco d’azzardo legale, dall’altra alza le tasse perché non è disposto a rinunciare alle entrate che il settore può offrirgli. 

Ma siamo davvero convinti che limitare il gioco legale (togliendogli anche la pubblicità) sia la mossa giusta per garantire una parte delle coperture per le misure del Governo? Limitare il gioco legale vuol dire infatti ricavare meno entrate dal settore, e alzare le tasse potrebbe essere un danno non da poco per le aziende che da una parte vedono le entrate diminuire e dall’altra le tasse alzarsi. C’è poi da non sottovalutare il canale del gioco illegale, al quale il giocatore potrebbe rivolgersi anche a sua insaputa…

Nel decreto per il reddito di cittadinanza c’è infatti un ulteriore aumento del Preu sugli apparecchi da intrattenimento, andando a sostituire quanto previsto dalla Manovra per il 2019, che prevedeva “solo” un inasprimento dell’1,35. “Al comma 1051 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145, le parole ‘di 1,35 per gli apparecchi di cui alla lettera a)’ sono sostituite dalle parole ‘di 2,00’ per gli apparecchi di cui alla lettera a)”.

Come spiega Luca Pasquini del Sapar (Servizi Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative): “Il settore non è più in grado di garantire quel gettito ascritto a bilancio per evitare l’infrazione. Non sarà mai possibile se il governo non prenderà provvedimenti in tal senso, a cominciare dall’abrogare le leggi regionali e comunali, orari e distanze per sostituirle con una disciplina uniforme dettata dal Mef. Non si può aumentare il Preu per mantenere la promessa del reddito di cittadinanza o per finanziare i no profit, quando il Piemonte è già senza slot da più di un anno e Val d’Aosta, Emilia Romagna e Puglia rischiano la stessa fine. Quindi dove troveranno le risorse necessarie?”.