Laurel Hubbard, prima atleta transessuale alle Olimpiadi: sarà a Tokyo per il sollevamento pesi

di Caterina Galloni
Pubblicato il 27 Giugno 2021 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA
Laurel Hubbard, prima atleta transessuale alle Olimpiadi: sarà a Tokyo per il sollevamento pesi

Laurel Hubbard, prima atleta transessuale alle Olimpiadi: sarà a Tokyo per il sollevamento pesi (Foto Ansa)

Laurel Hubbard, 43enne neozelandese, sarà la prima atleta transessuale nella storia delle Olimpiadi. Ma Hubbard, che ha cambiato genere otto anni fa, detiene un altro tipo di primato: sarà la più anziana sollevatrice di pesi dei Giochi olimpici che quest’anno si svolgeranno a Tokyo.

Laurel Hubbard, prima atleta transessuale alle Olimpiadi: chi non è d’accordo

Tuttavia atleti internazionali e professionisti del settore sanitario hanno sollevato delle critiche. Alcuni sostengono che Hubbard avrà un vantaggio e la competizione non sarà equa, altri affermano che la situazione è come “uno scherzo di cattivo gusto”.

Nel 2018 durante i Giochi del Commonwealth, Laurel Hubbard ha subito un grave infortunio al gomito che avrebbe potuto mettere fine alla sua carriera sportiva ma grazie “al sostegno, all’incoraggiamento e all’amore delle persone sono uscita dal buio”. Da quando ha cambiato genere, Hubbard ha rispettato tutti i parametri richiesti dalle linee guida dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO).

Il CIO prevede che una volta dichiarato che la proprio identità di genere è femminile non possa più modificarla per un minimo di quattro anni. Il comitato ha inoltre annunciato che qualsiasi atleta transgender può competere come donna a condizione che i livelli di testosterone siano inferiori a un determinato livello per almeno 12 mesi prima della competizione.

Il testosterone porta vantaggi alla Hubbard?

Tuttavia nella comunità dei sollevatori c’è chi obbietta che ciò non garantisce una competizione equa perché il limite massimo di testosterone richiesto è comunque superiore di almeno cinque volte rispetto a quello di una persona nata biologicamente donna.

Alcuni scienziati hanno inoltre affermato che le linee guida sembrano non tener conto dei vantaggi biologici di chi ha vissuto la pubertà maschile, inclusa la densità ossea e muscolare.

Chi si schiera con la Hubbard

Ma c’è chi si schiera in difesa di Hubbard, come il direttore del comitato olimpico della Nuova Zelanda, Kereyn Smith che ha dichiarato:”Sappiamo che quello dell’identità di genere nello sport è un tema molto delicato e complesso, che richiede di trovare il giusto equilibrio tra diritti umani e equità sul campo di gioco.

“Ma come team neozelandese, abbiamo una forte cultura del manaaki (ospitalità), dell’inclusione e del rispetto per tutti”. Anche il governo neozelandese ha offerto il suo sostegno. “Laurel fa parte della squadra olimpica della Nuova Zelanda. Siamo orgogliosi di lei come lo siamo di tutti i nostri atleti e la sosterremo fino in fondo”, ha affermato il ministro per lo sport Grant Robertson.

Alle Olimpiadi di Tokyo parteciperà nella categoria riservata alle donne che pesano dagli 87 chilogrammi in su.