Lega Calcio, altra fumata nera: niente vicepresidenza per Preziosi

Pubblicato il 24 Gennaio 2012 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 23 GEN – Undici voti non bastano, ne servono 14, i due terzi degli aventi diritto. Fallisce cosi' in Lega l'elezione di Enrico Preziosi a vicepresidente vicario, in una giornata nella quale Fiorentina e Roma si defilano (Mencucci non puo' partecipare, Fenucci e' influenzato, ma avrebbero potuto essere sostituiti); Palermo e Cagliari, cioe' Zamparini e Cellino, sbattono la porta a meta' riunione perche', gia' che ci sono (e l'ordine del giorno lo prevede, anche se al punto successivo), vorrebbero prendere il toro per le corna e parlare di tutta la governance, a partire dall'elezione del presidente.

Sembra che i due volessero proporre all'assemblea la candidatura di Andrea Cardinetti, ex presidente e attuale commissario del Credito Sportivo. Zamparini e Cellino non trovano evidentemente grande disponibilita' dai colleghi in assemblea e se ne vanno furibondi invocando piu' democrazia. Salta – ma questo e' un dettaglio – anche l'elezione del consigliere che deve sostituire Garrone, retrocesso in B con la sua Sampdoria.

Cinque ore abbondanti, dunque, per un'assemblea che frutta come risultato l'ok alla ripartizione della mutualita' secondo la proposta della Federazione: 182 milioni di euro per il pregresso che toccano alla B e al resto del movimento. ''Il 10% dei ricavi televisivi, comunque la percentuale piu' elevata in tutto il panorama europeo'', commenta alla fine Maurizio Beretta, che in conferenza stampa cerca di spiegare il senso della giornata. ''L'idea di dedicare una o piu' riflessioni al tema della governance c'era nell'ordine del giorno, cosi' come e' evidente che si debba parlare per disegnare un modello futuro e le persone deputate a realizzarlo''.

A cominciare appunto dal presidente. ''La mia posizione, semplice, e' sempre la stessa: ditemi quando siete pronti per sostituirmi e io me ne vado, sono pronto a favorire un ricambio condiviso, ma non e' interesse della Lega una crisi al buio''.

La Lega di serie A peraltro – sottolinea Beretta – continua a funzionare al meglio, anche se diversi presidenti sembrano vivere come un'ingerenza la presenza di Coni e Federazione. ''La legge Melandri – spiega Beretta – ha cambiato il dna della Lega da associazione sportiva a un organismo che deve gestire il 70% di tutte le risorse del calcio''. E' per quello che si e' tentato di eleggere uno come Preziosi palesemente ineleggibile?, gli domandano. ''Non e' cosi' secondo i nostri legali – risponde Beretta – non voleva certo essere una sfida a nessuno, anzi contesto l'idea che si debbano leggere i fatti come una sfida. Secondo noi, in maniera molto serena, per esempio l'art. 22 delle Noif (quello che vorrebbe l'incompatibilita' di Lotito condannato in primo grado a ricoprire cariche sociali e federali, ndr) e' un problema di lettura. Ma non credo che argomentare sia di per se' una sfida''.

''Qui, oltre allo sport, la Lega e' l'equivalente di un board che fattura un miliardo l'anno. Di questo ci si sta accorgendo piano piano''.

Insomma, dicono in Lega, ci servono norme piu' adatte. Vedremo cosa ne pensano Abete e Petrucci.