Tumore al seno, la mammografia non è più determinante per prevenire la morte

Pubblicato il 23 Settembre 2010 - 17:22| Aggiornato il 24 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Sottoporsi abitualmente e regolarmente a mammografie dolorose e oltretutto costose non serve a salvare le donne dalla morte per cancro al seno. Secondo alcuni ricercatori norvegesi l’efficacia dello screening è scesa al 10%.  Oggi quando si parla di prevenzione, sottolinea l’equipe medica, si indicano i progressi nel trattamento del tumore e le campagne di sensibilizzazione.

Un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine mette in dubbio i numeri presentati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle autorità statunitensi. Secondo i precedenti dati forniti infatti lo screening riduceva i decessi del 25%.

Mette Kalager, chirurgo all’Oslo University Hospital, che ha collaborato alla ricerca, ha confessato che si aspettava una percentuale molto più bassa rispetto a quella presentata dalla ricerca ufficiale. Durante la sperimentazione norvegese, la mortalità tra donne oltre i 70 anni, non sottoposte a mammografia di routine, ma curate con trattamenti solitamente indicati per le più giovani, è scesa all’8%. Questo risultato suggerirebbe, secondo Kalager, che il beneficio dello screening è del 2%.

Un risultato “deludente” ha commentato H. Gilbert Welch dell’Istituto di Dartmouth ma “del tutto plausibile”.  E’ ovvio, sottolinea il medico che “la mammografia di routine è stata più efficace in passato di quanto lo sia ora”.  Oggi la diagnosi precoce del tumore al seno avviene grazie “a una maggiore consapevolezza della malattia e a trattamenti più efficaci” spiega Welch.

Secondo i risultati presentati dall’Università di Oslo delle 2.500 donne sottoposte a controllo annuale per 10 anni, con il fine di evitare la morte, 1.000 riceveranno almeno un risultato falso-positivo mentre su 15 pazienti a 5 sarà diagnosticato e trattato un tumore che in realtà non avrebbe mai dato fastidio. Sempre secondo le ricerche in Norvegia lo scorso anno su 1.300 donne di 50 anni  lo screening ha salvato una solo di loro, su 1.900 pazienti intorno ai 40 anni la mammografia di routine è stata invece totalmente inutile.

Gli Stati Uniti hanno stimato che nel 2010 dovrebbero essere diagnosticati circa 192.000 nuovi casi di cancro al seno, 40.000 di questi sono destinati a morte certa.