Ambiente: entro il 2050 si prevedono due milioni di “rifugiati ecologici”

Pubblicato il 20 Maggio 2010 - 14:48 OLTRE 6 MESI FA

Esodo in massa a causa delle inondazioni

Dopo i “rifugiati politici” è ora il turno dei “rifugiati ecologici”. Uno studio dell’università di Ottawa, condotto dalla ricercatrice Laura Westra, membro del gruppo per l’integrità ecologica globale, rivela che centinaia di migliaia di persone potrebbero essere costrette a lasciare le proprie abitazioni a causa dell’intensificarsi delle calamità naturali. È già successo in Myanmar e in Cina devastate dai cicloni, a New Orleans spazzata via dall’uragano Katrina. E desta grande preoccupazione lo scioglimento dei ghiacciai dell’Artico.

Secondo lo studio condotto dall’università canadese, entro il 2050 potrebbero essere addirittura 2 milioni di persone a livello globale a rientrare nella condizione di “rifugiati ecologici”. Per la ricercatrice in questa categoria rientra «ogni individuo che è costretto a lasciare il suo territorio per sfuggire ad una catastrofe ambientale o per sottrarsi ad una contaminazione chimica dell’ambiente. Ad oggi, per queste persone non esiste alcuna tutela giuridica».

Secondo Laura Westra è in atto una sorta di “genocidio culturale” perpetrato nei confronti dei rifugiati ecologici, perché si tratta di popolazioni ai quali viene tolto il diritto di vivere la propria cultura legata al territorio. Per la ricercatrice in questa categoria rientrano anche i bambini di Seveso e quelli di Falluja ai quali «è stato impedito un corretto sviluppo evolutivo».