Roma, l’eco-grafia 2003-2011 di Legambiente: rifiuti, trasporti, cemento, smog

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Maggio 2013 - 10:40 OLTRE 6 MESI FA
Roma, l’eco-grafia 2003-2011 di Legambiente: rifiuti, trasporti, cemento, smog

Traffico a Roma (LaPresse)

ROMA – Com’è cambiata Roma fra il 2003 e il 2011? Non in meglio, stando a un dossier (scarica il pdf) di Legambiente che analizza cinque aspetti: smog, rifiuti, cementificazione, trasporto pubblico e consumo di energia.

Una radiografia dalla quale la Capitale non esce bene: ci sarà molto da lavorare per chi vincerà le elezioni comunali del 26 e 27 maggio. A partire dall’inquinamento, uno dei pochi dati in lieve miglioramento:

Polveri sottili (Pm10). A Roma la situazione resta difficile nonostante i piccoli miglioramenti. Se nel 2003 i valori medi annui erano 47 microgrammi al metrocubo e nel 2004 48,3 microgrammi/mc; nel 2011 la media si attesta a 36,5 microgrammi al metro cubo. Un miglioramento del dato medio annuo dovuto anche al fatto che sono state modificate più volte le ubicazioni delle centraline di monitoraggio. Dato negativo riguarda, invece, il fatto che al 2012 (dati ARPA Lazio) restano con limiti fuori legge 4 centraline su dieci. Roma sul fronte Pm10 dovrebbe essere molto più reattiva come ad esempio Genova, che nel 2003 partiva da 67,3 mg/mc di media, oggi si attesta a 26,5 mg/mc, confermandosi (per il quinto anno consecutivo, dal 2007) al di sotto dei limiti per la protezione della salute umana fissato dalle direttive comunitarie in una media di 40 mg/mc.

I rifiuti invece sono rimasti un bubbone pronto a scoppiare, dopo decenni di proroghe e rinvii:

Rifiuti urbani. Sono e restano un settore critico per la Capitale, che dai 653 kg prodotti per abitante all’anno del 2003, arriva a 709,2 del 2005, per poi cominciare a scendere in occasione della crisi economica a 646,3 del 2008 e ai 645,7 del 2011. Per quanto riguarda la media nazionale della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti nel 2003 era al 18,3%, e nel 2011 si attesta su una media (ponderata) di 37,9%. Ma l’obbiettivo normativo del 35% di Rd, fissato per il triennio 2003-2006, è ancora oggi “mancato” da 42 capoluoghi di provincia. Invece l’obbiettivo di legge fissato per il 2011 al 60% di raccolta differenziata dei rifiuti è stato raggiunto solo da 12 città capoluogo. Roma è ancora lontana da entrambi gli obbiettivi di legge attestandosi nel 2011 al 24,2% di rifiuti raccolti in maniera differenziata. Nel 2003 però era ferma al 10,5% e dal 2008 (quando era al 19,5% di Rd) è cresciuta meno del 5%. Un miglioramento, si, ma a passi da lumaca. Soprattutto se confrontato con città come Salerno che nello stesso periodo passa dal già buono 45,7% di Rd al dato 2011 del 68,5% di rifiuti raccolti in maniera differenziata: il 70% è ormai ad un soffio, grazie proprio alla raccolta porta a porta per i 140mila abitanti del capoluogo campano e le multe per chi non rispettava le regole.

C’è poi tutta l’emergenza della discarica di Malagrotta, un invaso di 240 ettari che smaltisce da trent’anni i rifiuti della Capitale (circa 4mila tonnellate al giorno), e dopo numerose proroghe, è ormai in via di esaurimento. Il tutto è aggravato dal fatto che Roma eredita una “non politica” dei rifiuti che ha contraddistinto le amministrazioni comunali degli ultimi 20 anni. Sino ad ora è quindi mancata l’unica decisione che avrebbe potuto essere davvero risolutiva: investire i soldi che i cittadini romani spendono inutilmente per sotterrare i rifiuti a Malagrotta, dirottandoli gradualmente sulla trasformazione del sistema di raccolta differenziata dalla modalità stradale a quella “porta a porta” su tutta la città e sulla costruzione degli impianti di trattamento intermedio indispensabili a chiudere il ciclo.

Un altro punto dolente è la cementificazione:

Consumo di suolo. Negli ultimi quindici anni (1993-2008) a Roma i suoli destinati a usi urbani sono aumentati del 12%, per un totale di 4.800 ettari trasformati. I suoli più urbanizzati sono stati quelli agricoli (4.384 ettari persi), a seguire boschi e vegetazione riparia (416 ettari). Nonostante questi dati, analizzando i Piani Regolatori vigenti le previsioni risultano ancora più negative. In pratica è previsto un ulteriore consumo di oltre 6.700 ettari nel Comune di Roma, prevalentemente agricoli. Si tratta in valori assoluti di cifre raddoppiate rispetto a quanto si è consumato tra il 1993 ed il 2008, con un consumo di suolo totale pari al 45% dell’intero territorio di Roma. Una vera e propria emergenza.

Non va meglio con i trasporti, in una metropoli fra le più congestionate d’Europa:

Trasporto Pubblico. Negli ultimi anni sono calati i passeggeri trasportati dal sistema di Tpl romano: se nel 2009 erano 541 viaggi per abitante all’anno, nel 2011 sono a passati a 519. Negativi anche i dati sui metri quadrati di suolo destinati ai pedoni romani, fermo dal 2003 ad un ridicolo 0,14 mq per abitante. Cresce invece il numero di immatricolazioni delle auto, segno evidente che sono il mezzo più amato dai romani per spostarsi in città. A Roma le auto circolanti sono molte di più che a Parigi, Londra o Berlino. Sono praticamente lo stesso numero del 2006: erano 71 auto ogni 100 abitanti nel 2006, sono 70 nel 2011.

Un aspetto poco indagato invece è l’autosufficienza energetica della Capitale:

Il consumo di energia elettrica. Negli ultimi anni nella Capitale c’è stato un andamento a fisarmonica. Nel 2008 i kWh per abitante all’anno consumati dai romani sono stati 1.381, nel 2009 salgano a 1.403, nel 2010 arrivano ad attestarsi a 1.375. I consumi quindi restano abbastanza stabili e il lieve calo non sembra essere molto significativo per quel che riguarda le abitudini e le tendenze in prospettiva. Non brillanti i dati sull’utilizzo delle energie rinnovabili a Roma, dove oggi sono presenti tre tipologie di impianti da fonti rinnovabili: impianti solari termici per 3.537 mq di cui 1.485 su edifici comunali, 5.416 impianti fotovoltaici per complessivi 103,2 MW, di cui 56,6 su tetti e/o coperture; 8 Impianti micro eolici (di tipo sperimentale) per complessivi 22 kW; Impianti a biogas per una potenza di 19,7 MW da discarica; Impianti a biomassa per una potenza complessiva di 400 kW. L’unico intervento rilevante messo in piedi nella Capitale da Enti pubblici negli ultimi anni è stato un progetto di solarizzazione e di efficienza delle scuole, realizzato dalla Provincia di Roma premiata da Legambiente nel 2012.