Flop Sistri, aziende contro il sistema per tracciare i rifiuti: “Non funziona”

Pubblicato il 19 Maggio 2011 - 13:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nelle intenzioni il Sistri dovrebbe essere il modo con cui il governo riesce a tracciare il percorso dei rifiuti in Italia, una filiera che dall’azienda alla discarica (la cronaca insegna) ha molte zone oscure in cui l’illegalità si insinua. Il sistema è anche tecnologico e per un problema di software ora le aziende chiedono una proroga dei termini al Ministero dell’Ambiente. Il Sistri partirà dall’1 giugno, annuncia il ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito.

Peccato che molte delle 18mila aziende interessate non riescano ancora a mettersi in contatto con il sistema ministeriale. In sostanza, il software delle aziende non riesce a “parlare” con quello del ministero, rendendo vano tutto il processo. L’iniziativa non partiva sotto i migliori auspici: dopo alcuni rinvii l’11 maggio è stato il “click day”, un test andato male però. Molte aziende non sono riuscite nemmeno ad accedere al sistema.

Sul sito del ministero dell’Ambiente si legge che “il Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) nasce nel 2009 su iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel più ampio quadro di innovazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione per permettere l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania. Il Sistema semplifica le procedure e gli adempimenti riducendo i costi sostenuti dalle imprese e gestisce in modo innovativo ed efficiente un processo complesso e variegato con garanzie di maggiore trasparenza, conoscenza e prevenzione dell’illegalità”.

Propositi condivisi anche dalle aziende, che però chiedono un rinvio per adeguare il sistema informatico anche se il governo è intenzionato ad andare avanti. E l’1 giugno è vicino.