Per i microbiologi clinici, l’epatite è il patogeno emergente

Pubblicato il 16 Novembre 2011 - 15:39 OLTRE 6 MESI FA

RIMINI – Il 20% di epatiti non causate da nessuno dei virus noti e diffusi in Italia è causato dal virus E. Secondo i microbiologi clinici, perciò, anche in Italia la diagnosi di epatite a trasmissione alimentare non può fermarsi all’epatite A ma deve anche prendere in considerazione l’epatite E. E’ il richiamo lanciato oggi a Rimini in occasione della terza e ultima giornata dei lavori del Congresso Nazionale dell’AMCLI – Associazione Microbiologi Clinici Italiani.

Le epatiti virali sono infezioni causate da almeno 5 virus diversi e, quello scoperto più di recente, è il virus dell’epatite E (HEV) che si trasmette per via oro-fecale. Fino a pochi anni fa, questo patogeno circolava principalmente nel sud est asiatico e nei Paesi africani dove causava vaste epidemie, tramite contaminazione dell’acqua potabile e degli alimenti. Negli ultimi tempi, invece, l’infezione è stata diagnosticata in Europa, in persone di ritorno da soggiorni in aree endemiche mentre si iniziano ad osservare casi anche in pazienti che non si sono mai recati all’estero.

La prevalenza di anticorpi contro l’epatite E nel vecchio continente varia dall’1% al 6%, dimostrando una circolazione del virus non più sottovalutabile. Questa patologia a livello mondiale ha una mortalità di circa l’1% nella popolazione generale infettata, dato che, nel caso di donne in gravidanza, sale fino al 5% -25%. Questa infezione non è esclusiva dell’uomo: la possono contrarre anche mucche, pecore, capre e maiali, e la diffusione può avvenire con le feci animali.