Murdoch chiude News of the World, il re dei tabloid schiacciato dallo scandalo

Pubblicato il 7 Luglio 2011 - 18:05| Aggiornato il 8 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA
murdoch_1

Rupert Murdoch (Lapresse)

LONDRA – L’ultimo numero uscirà questa domenica, News of the World ha finito di esistere, schiacciato dallo scandalo sulle intercettazioni: 200 dipendenti restano senza posto.

Troppo l’imbarazzo, troppe le indiscrezioni, troppa l’indignazione degli inglesi, politica inclusa, troppi i grandi brand pronti a ritirare la pubblicità sul giornale, Ford, il gruppo Co-operative, Virgin Holidays, la banca Halifax, Vauxhall e Mistubishi. Chi avrebbe sostenuto NewsOTW?

L’annuncio più difficile della sua carriera James Murdoch, il figlio del miliardario australiano Rupert, lo ha fatto nel pomeriggio di giovedì 7 luglio.

”News of the World aveva ragion d’esser nel mettere la gente di fronte alle loro responsabilità”, ha detto James Murdoch, il numero due del gruppo annunciando la chiusura del domenicale al centro della bufera delle intercettazioni: ”Ma abbiamo sbagliato quando riguardava noi stessi”.

Il re dei tabloid non sarà più in edicola dunque, dopo una carriera brillante, con il vanto di essere il giornale in lingua inglese più letto al mondo con i suoi quasi 3,5 milioni di lettori. Insieme al Sun, che esce negli altri giorni della settimana (a sua volta secondo giornale di lingua inglese al mondo per numero di copie vendute), è la corazzata della News Corp di Rupert Murdoch. E’ stato fondato a Londra nel 1843 e ora, travolto dalle intercettazioni sospette, famiglie di militari uccisi, divi, i principi William e Harry, Sienna Miller e Jude Law, Hugh Grant e la presunta fidanzata cinese e persino una ragazzina scomparsa e poi trovata morta,  tutti spiati, è costretto a chiudere.

La polizia di Londra lo ha comunicato ufficialmente: sono almeno 4 mila le persone spiate, troppe per cercare di confinare la bufera al mondo dei media.

Così, ormai messo alle strette dalle minacce dei big sponsor di togliere la pubblicità e forse anche per salvare l’acquisizione della rete satellitare BSkyB da parte di Murdoch, per ora il gruppo distrugge la fonte di tutti i mali.

Si toglie dal commercio News of the World e si cerca di mettere qualche pezza. Sull’affare BSkyB la decisione slitta a settembre, mentre a marzo sembrava cosa fatta. Dopo mesi di dibattito politico il governo britannico a guida Tory aveva dato in linea di principio luce verde all’affare BSkyB, l’acquisizione da parte del gruppo News Corp della maggiore piattaforma pay-tv britannica, dopo che il gruppo del magnate australiano aveva accettato lo scorporo della divisione ‘all news’ SkyNews in una società separata.

Il ministro della cultura, media e sport Jeremy Hunt, subentrato a dicembre al Lib-Dem Vince Cable, che era contrario, aveva praticamente aperto la strada all’acquisizione e il via libera rappresentava -fino a poco tempo fa – solo una formalità che sarebbe dovuto arrivare l’8 luglio.

Invece le intercettazioni selvagge hanno cambiato tutte: il dossier BSkyB è stato al centro di un dibattito urgente della Camera dei Lord. Ai Comuni il segretario laburista Ed Miliband ha chiesto una pausa di riflessione dal momento che News of the World è stato al centro di un ”sistematico schema di abusi”.

Anche il vicepremier Nick Clegg e molti parlamentari Tory erano dell’idea che tutto dovesse essere congelato in linea con una petizione firmata da 130 mila britannici.

Alla fine il verdetto è arrivato, il tabloid chiude: ”Ogni centesimo guadagnato con l’ultimo numero andrà a cause benefiche”, ha detto il figlio di Murdoch, presidente e Ceo di News Corp Europa e Asia.

Mentre News International continua a difendere l’allora direttrice del tabloid Rebekah Brooks, cinque giornalisti rischiano le manette, come già successo ad aprile scorso. (Vedi chi sono i protagonisti dello scandalo).

Con questo colpo di mano di Murdoch però, il premier David Cameron che ha chiesto un’inchiesta dettagliata, esce dall’imbarazzo di uno scandalo vicinissimo a lui, visto che Andy Coulson, all’epoca vice della Brooks, e poi diventato direttore, fino a gennaio è stato suo portavoce. In effetti si era già parlato di contatti in politica dello “squalo” Murdoch per allontanare l’inchiesta sulle intercettazioni.