Berlusconi: sfascio tutto settimana prossima. Silvio cerca la rottura pulita

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Settembre 2013 - 09:16 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi: sfascio tutto la settimana prossima. Silvio e la "rottura pulita"

Silvio Berlusconi (Foto Lapresse)

ROMA – Oggi non sfascio, lo faccio la settimana prossima. Il videomessaggio di rottura di Silvio Berlusconi è già pronto. Ma dietro consiglio dei due capigruppo alla Camera e al Senato,  Renato Brunetta e Renato Schifani, lo strappo è rinviato a lunedì. Così spiegano Francesco Verderami sul Corriere della Sera e Tommaso Ciriaco su Repubblica.

“Non si può stare a letto con il nemico”, andrebbe ripetendo Berlusconi in questi giorni. Stoppato dai due capigruppo: “Se rompessi prima di lunedì, Silvio, verresti dipinto come il nemico del popolo e ti assumeresti la responsabilità della caduta del governo senza averne alcun vantaggio, perché Napolitano non ti farebbe mai votare in autunno”. Bisogna quindi uscirne puliti. Che almeno sia una rottura linda e fatta bene, senza sporcarsi troppo, ma facendo sporcare gli altri, quelli del Pd insomma.

La tregua, se così si può chiamare, passa per la relazione di Andrea Augello alla Giunta per le elezioni del Senato lunedì 9 settembre. Augello starebbe preparando un documento in base al quale il Pd dovrà dichiarare se è disposto a concedere a Berlusconi la possibilità di appellarsi alla Corte di Giustizia europea e non alla Corte Costituzionale per sfuggire alla legge Severino che lo renderebbe incandidabile per i prossimi sei anni.

L’ex presidente del Consiglio, però, vorrebbe trasmettere già nel fine settimana lo spot della nuova Forza Italia. Con uno slogan, scrive Ciriaco su Repubblica:  “Sono innocente e resto in campo. Mi vogliono eliminare con metodi non democratici, ma io non mollo”.

A Berlusconi che minaccia la rottura, nello stesso Pdl c’è chi gli paventa la possibilità che sia il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a inviare un videomessaggio a reti unificate “per denunciare la responsabilità di chi ha aperto la crisi e dimettersi dal Quirinale, se non riuscisse a formare un altro governo”.

Scrive Verderami:

“Non si può stare a letto con il nemico”, sostiene Berlusconi. Il punto è che nel Pd Berlusconi non viene più visto come “il nemico”, cioè come il competitore, avversario alle prossime elezioni. Lo sanno anche nel Pdl, dove si discute di tutto ma non si dice ciò che non può esser detto: il Cavaliere è fuori gioco, e prima o poi bisognerà fare i conti con la novità. Le piccole beghe di potere alla corte di Versailles, la lotta per le stanze nella nuova sede, sono l’anticipazione di ciò che sarà e che non è ancora. Per esempio, come farebbe Berlusconi a gestire il ruolo di capo della coalizione in campagna elettorale, se persino per un’intervista dovrebbe chiedere l’autorizzazione al magistrato?

Eppure c’è un motivo se il Cavaliere non demorde, se resta l’alfa e l’omega per un partito che sta per cambiare. Perché il passaggio a Forza Italia è pronto, sarà a immagine e somiglianza del “presidente”, e non prevederà l’azzeramento della squadra, visto che al fianco del leader verrà riproposta la stessa struttura apicale del Pdl, con Alfano alla guida di un comitato ristretto di cui faranno parte i coordinatori Verdini e Bondi, i capigruppo Schifani e Brunetta, e il tesoriere Crimi. Somiglia tanto a una macchina elettorale, che non si sa se e quando potrà andare in pista. Di sicuro non sarà più pilotata da Berlusconi.