Il compagno Silvio: involuzione di un leader, da liberale a demagogo “comunista”

di Marco Benedetto
Pubblicato il 26 Maggio 2010 - 10:50| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi e Bertolaso, attenti a quei due

Facile dire oggi: l’avevo detto, ma qualcuno sghignazzò e scommise che non sarebbe successo nulla, quando sabato si diffuse la notizia che Tremonti intendeva mettere le briglie alla Protezione civile. Povero Tremonti, voleva solo ricondurreil Dipartimento  nei limiti della amministrazione pubblica, inclusi i controlli, ancorché a posteriori per intralciare, cui tutti al mondo sottostanno e voleva escludere dalle ricorrenti emergenze nazionali di terremoti e alluvioni i “grandi eventi” come la regata di vela “Vuitton Coup”, i mondiali di nuoto e le visite del Papa in territorio italiano, per le quali pagate sempre voi.

Per essere sicuro che le sue proposte sarebbero andate avanti, Tremonti, o qualcuno per lui, aveva anche passato l’intero documento al Corriere della Sera, ma questo non è bastato. Berlusconi si è imposto a Tremonti e la proposta sulla Protezione civile non è neppure arrivata nella sala del Consiglio dei Ministri.

Brutta figura per Tremonti, ma vergogna per Berlusconi: lo stop al riordino della Protezione civile getta un’ombra sinistra e inquitante su quel che si nasconde nei dossier del Dipartimento e sull’intrico di interessi, politici e anche inconfessabili, che sottomettono il Presidente del Consiglio della Repubblica italiana alla volontà di un  funzionario.

Si tratta di un funzionario, è ben vero, che ha perso i limiti del ridicolo ed è arrivato a parlare di se stesso come di una specie di messia per gli italiani, a sputacchiare sentenze insultanti per altri paesi, soprattutto gli Usa, creando qualche imbarazzo internazionale per il Governo. Ma Bertolaso è solo un dettaglio. Lo stesso Berlusconi sembra avere abbandonato l’intenzione di divinizzarlo, come facevano gli imperatori romani per gli eroi di sangue reale, ma la sostanza non cambia se al posto suo arriva un prefetto, cosa che di per sé non è garanzia certo sufficiente in assenza di un quadro normativo che consenta di operare secondo regole nuove e in una maggiore trasparenza.

Ma la vicenda della Protezione civile non è la sola cosa vergognosa della manovra approvata dal Governo. Intendiamoci, ciascuna delle categorie colpite considera vergognose le norme che la riguardano. Ma quel che mi ha colpito della manovra è la bassa demagogia che vuole indorare la pillola per i gruppi sociali più esposti alla scure di Tremonti.

Quanto renderà allo Stato il taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici? A leggerli al lordo delle imposte sono cifre importanti. Leviamogli il 40% che lo Stato si prende prima ancora di pagare lo stipendio, siamo a poche migliaia di euro mensili. Viene amaramente da pensare che quelle cifre in parte rientreranno dalla finestra sotto forma di aumento delle tangenti chieste in molti casi da dirigenti pubblici disonesti, che sono certo una minoranza ma che occupano, con Angelo Balducci e i suoi accoliti, dentro e fuori la Protezione civile, le cronache giudiziarie di questi giorni.

Quanto renderà allo Stato l’inasprimento sulle stock option dei dirigenti privati? Già le ha tartassate l’ex comunista Vincenzo Visco, per pura invidia (“non è giusto che un amministratore delegato guadagni più di un ministro” disse in una intervista): ben poche lire.

Eppure va fatto, sosterrà di sicuro Berlusconi, in modo che tutti partecipino al sacrificio. Il ragionamento non farebbe una grinza se il principio valesse veramente per tutti, ma così non è stato. In parte per necessità, perché il Governo non può intervenire sulle retribuzioni dei dipendenti privati se non attarverso un aumento delle imposte e questo per Berlusconi sarebbe davvero troppo, dopo tante vane promesse di ridurle e l’umiliazione di doversi accontentare di non aumentarle facendolo passare per un trionfo. In parte però per pura ingiustizia, perché Berlusconi, invece, si è piegato al volere di quelli più vicini a  lui, gli impiegati di palazzo Chigi, e del suo braccio secolare, la Protezione civile.

Ed ecco che così lo scenario di fondo cambia. Da quello di uno stato solidale, dove tutti fanno la loro parte, a quello dell’Unione sovietica, dove i poveri contadini ucraini venivano lasciati morire di fame a milioni, mentre al Cremlino di beveva vodka e si pasteggiava a caviale. Sembra quasi che Berlusconi, a forza di frequentare l’ex agente del Kgb Vladimir Putin, suo grande amico, abbia appreso qualche lezione.

La conclusione è che Berlusconi, con la sua ossessione del comunismo, sia diventato ormai comunista anche lui. Una bella evoluzione del liberale delle origini. Prossima mossa? La segreteria del Pd, così alle reti unificate della tv italiana si affiancheranno i partiti unificati che sono stati sempre il sogno di ogni dittatore.