A Barcellona si balla, il terrorismo è alle spalle, come il terremoto o uno scontro in auto VIDEO

di Sergio Carli
Pubblicato il 21 Agosto 2017 - 09:57 OLTRE 6 MESI FA
A Barcellona si balla, il terrorismo è alle spalle, come il terremoto o uno scontro in auto. Il video da Villa de Gracia

A Barcellona si balla, il terrorismo è alle spalle, come il terremoto o uno scontro in auto VIDEO

BARCELLONA – A Barcellona fanno festa. Invece di piangersi addosso, spagnoli e stranieri uniti nel rock and roll. Guardate il video, che ci ha girato Pino Nicotri. “Fanno festa a Barcellona nella Villa de Gracia come risposta al terrorismo”,  ha scritto.

Bene fa la polizia a prendere tutte ma proprio tutte le misure di sicurezza opportune e necessarie. Come fa bene a multare gli automobilisti troppo arditi e arrestare gli ubriachi al volante.

Con il terrorismo dobbiamo imparare a fare i conti. Come col terremoto e con gli incidenti stradali. La novità rispetto al passato è che può capitare a tutti di finire  vittima di un attentato. Fino a oggi, in genere, bersagli del terrorismo, erano categorie ben precise, più o meno ampie ma precise. I re (Enrico IV di Francia, Umberto I d’ Italia), i giornalisti (Indro Montanelli,  Vittorio Bruno), le forze dell’ordine (terrorismo italiano negli anni ’70), i dirigenti d’azienda (Fiat su tutte negli anni ’70, in Germania il banchiere Alfred Herrhausen e Detlev Karsten Rohwedder, presidente di Treuhand, l’ente che dismetteva le aziende dell’Est), le truppe d’occupazione (Via Rasella).

A compiere attentati raramente sono stati dei matti matti (come nel caso di Enrico IV). Nella maggior parte dei casi si trattava di persone con doti non comuni di coraggio, freddezza o esaltazione ma anche con una forte motivazione politica. Prendete gli anarchici Bresci (Umberto I) e Orsini (Napoleone III, fallito).

Qualcuno ci ha inculcato il principio che il terrorismo può essere giusto. I padri della patria della moderna Israele vengono dalle file del terrorismo. Un episodio mai rinnegato come l’attentato di via Rasella a Roma è stato qualche anno fa al centro di una aspra polemica su concetto e definizione di terrorismo fra la Associazione dei Partigiani Anpi e Pippo Baudo.

Nei casi indicati sopra e in tanti altri, i bersagli del terrorismo precisi e ben identificati. Cosa cambia oggi è che può capitare a tutti. Un po’ come i bombardamenti nell’ultima guerra. Ma era guerra e chi bombardava l’ha anche vinta.

Giusto alzare il mirino della politica, invocare unità e compattezza. Lo fece Sandro Pertini (non disse che non c’era terrorismo, disse che la  base del terrorismo non era in Italia, forse pensava alla Cecoslovacchia), lo ha fatto Paolo Gentiloni.

Ma la risposta vera è quella dei ballerini di Barcellona. È una risposta di buon senso. Ai 15 morti di Barcellona si possono rapportare tutti i morti della sola giornata di ieri. Solo su Blitz ne abbiamo registrato altrettanti.Si potrà obiettare che molti se la sono cercata. Chi va in montagna o in bicicletta o ci lascia andare il figlio adolescente, chi si tuffa nel mare in burrasca lo fa a suo rischio e pericolo.

Ma se sei in macchina con la famiglia e la tua auto è centrata dalla ruota di un camion staccatasi perché l’avevano male avvitata e tu muori, cos’è quello se non terrorismo di tipo B?

Non ci sono funerali pubblici per le tante vittime del caso, né ci sono blocchi di cemento sulle autostrade per ridurre a zero la velocità.

La vita è più forte. Il terrorismo non ha mai vinto. Non vincerà questa volta-