Barbara Spinelli meglio di Iva Zanicchi? Paola Bacchiddu contro, Sel furiosi

Pubblicato il 8 Giugno 2014 - 12:39 OLTRE 6 MESI FA

MILANO . Barbara Spinelli andrà al Parlamento europeo, dopo avere detto che si candidava solo per dare una mano. Una volta eletta ha cambiato idea, optando per uno dei due collegi in era stata candidata, con la conseguenza di lasciare fuori il primo dei non eletti e il suo partito, il Sel di Nichi Vendola, dove sono tutti furiosi.

La morale di questa vicenda, che sa tanto di salotti e birignao,, è che non ci si deve mai fidare degli aristocratici né dei figli di e la diffidenza vale ancor di più per i proletari. Prima ti illudono, poi ti scaricano e poi ti sfottono, come Curzio Maltese che non si sa bene a che titolo e con una bella dose di razzismo e classismo culturali si permette di commentare che è

“meglio Barbara Spinelli di Iva Zanicchi“.

Ha scritto Tommaso Rodano sul Fatto che questo è

“Il destino beffardo della sinistra italiana”.

Più terra terra Paola Bacchiddu, l’ex portavoce bacchettata da Barbara Spinelli per la foto in bikini:

“Era sbagliato presentarsi come capolista pensando poi di rinunciare. Ma dire largo ai giovani e poi adesso accettare la poltrona non è giusto, è una truffa”.

Il caos da quelle parti è notevole. Ne è esempio Sabina Guzzanti, la quale, come riferisce Giovanna Cavalli sul Corriere della Sera,

“avrebbe voluto felicitarsi con Barbara Spinelli per la scelta e però si è confusa ed ha sottoscritto un appello contrario. «A forza di firmare appelli ho firmato quello sbagliato. A Bruxelles c’è bisogno di lei», si è corretta poi su Twitter”.

Quella di Barbara Spinelli, ricorda Matteo Pucciarelli su Repubblica,

“doveva essere una candidatura di servizio, ma adesso per la giornalista si prospetta un ruolo di prestigio: la vicepresidenza della Commissione Europea. Il nome della figlia di Altiero, uno dei padri dell’Europa, ha infatti un forte ascendente anche sul Pse”.

Barbara Spinelli è la figlia di Altiero Spinelli ed è stata anche compagna di Tommaso Padoa Schioppa, il ministro dell’Economia del Governo Prodi che teorizzò quanto “è bello pagare le tasse”. Questo le dà una superiorità morale tale da far dimenticare la sua infatuazione per Beppe Grillo e anche consentirle alcune prese di posizione fuori del coro e giustissime contro Mario Monti e Giorgio Napolitano.

“Ho molto meditato quel che dovevo fare”

ha scritto Barbara Spinelli in una lettera- comunicato, ma

“ritorno sulle mie decisioni: accetterò l’elezione al Parlamento europeo, dove andrò nel gruppo Gue-Sinistra Europea”.

Aveva dichiarato, è vero, di non voler andare a Strasburgo, ma

“la quantità di preferenze” ottenuta, circa 78 mila, ma anche il fatto “che la situazione politico-elettorale stava precipitosamente cambiando” ha indotto il ripensamento.

Barbara Spinelli pensa a un impegno per un Parlamento europeo “costituente” che “dovrà lottare accanitamente contro lo svuotamento delle democrazie e delle nostre Costituzioni”.

A convincere Barbara Spinelli è stata “anche la lettera di Alexis Tsipras” e ai molti “che sono delusi” risponde che “i patti si perfezionano per volontàdi almeno due parti e gli elettori il patto non l’hanno accettato, accordandomi oltre 78.000 preferenze”. Infine, la scelta del collegio, quello del Centro, “è il mio collegio naturale, la mia città è Roma. È qui che ho ricevuto il maggior numero di voti. A Sud non ero capolista ma seconda dopo Ermanno Rea, e da molti verrei percepita come ‘paracadutata’ dall’alto”. Un grazie a Marco Furfaro “certa che i tanti elettori di Sel, battutisi con forza per la nostra Lista, approveranno e comunque accetteranno una scelta che è stata molto sofferta”.

Barbara Spinelli, capolista nelle circoscrizioni Italia centrale e meridionale, avendo deciso di optare per il centro, lascia fuori Furfaro:

“Al Sud non ero capolista, ma seconda dopo Ermanno Rea, e da molti verrei percepita come “paracadutata” dall’alto. Mi assumo l’intera responsabilità di quest’opzione, che mi pare la più giusta, nella piena consapevolezza del prezzo che essa comporterà. Io volevo fare il sorteggio ma avete detto di no”.

La reazione dei compagni è stata:

“E questa che democrazia è?”.

Il coordinatore di Sel Nicola Fratoianni ha detto:

“Considero questa scelta grave perché sottratta a un percorso collettivo. Sequestrato in modo autoritario da un singolo. Uno stile deludente e un po’ miserabile perché Spinelli mai si è confrontata con nessuno”.

C’è stata una assemblea, sabato, a Roma, quella dei comitati territoriali del movimento, riuniti nella Sala Umberto di via della Mercede. Barbara Spinelli non vi ha partecipato, nemmeno in teleconferenza. È rimasta a Parigi e, commenta Giovanna Cavalli,

“questa sua assenza prolungata («Non la sento da dieci giorni», ammette persino il portavoce Luca Faenzi) ha indispettito la base che la accusa di restarsene «chiusa nella torre d’avorio». [Così] dopo ore di discussione ecco uno stralcio illuminante del documento conclusivo dell’assemblea: «L’obiettivo lo abbiamo raggiunto tutti insieme. Per questo chiediamo che le scelte e le responsabilità — anche quelle in apparenza più personali come l’accettazione o meno di un seggio — vengano prese nella consapevolezza del fatto che sono parte di un processo collettivo». 

Altri particolari li fornisce Tommaso Rodano:

“La riunione si trasforma in un “processo”. Dal palco, Guido Viale si limita ad annunciare che “Barbara Spinelli deciderà da sola, in modo unilaterale, per quale circoscrizione optare” . E quindi quale dei due partiti escludere dal Parlamento Europeo. Una scelta non apprezzata dall’assemblea che alla fine decide di adottare un documento polemico nei confronti della sua capolista: “Abbiamo contribuito con grande fatica e non pochi sacrifici a dare corpo e gambe a questo progetto (…) ora appartiene a tutti noi, non solo al comitato operativo, non ai soli candidati, non ai soli garanti (…) Per questo chiediamo che le scelte e le responsabilità vengano prese nella consapevolezza del fatto che sono parte di un processo collettivo”. Traduzione: “Barbara Spinelli non può decidere da sola, a nome di tutta la Lista Tsipras”.

Ultimo tocco da Giovanna Cavalli. Riferisce che Argyrios Panagopoulos, finito nel vespaio italiano, si mostra

“protettivo e ancora grato, dice che «siamo tutti contenti che Barbara abbia scelto di andare al parlamento europeo, Tsipras per primo, saremo più forti. Sparita? Ma no, ci è rimasta male per le critiche, è un tipo sensibile. Però è bene che a scegliere siano i garanti, con i due candidati»”.