Rodolfo Corazzo: “Pistola nella giacca ma loro…” VIDEO

Rodolfo Corazzo: "Ho sparato, ma loro col coltello..."
Rodolfo Corazzo: “Ho sparato, ma loro col coltello…” (foto Ansa)

RODANO – Rodolfo Corazzo si difende pubblicamente, spiegando perché ha sparato e ucciso un ladro, Valentin Frrokaj, nella sua villetta: “Mi hanno avvicinato un coltello alla faccia dicendomi: se non mi dite dove sono i soldi vi apriamo tutti e tre. A questo punto non ho voluto più esitare, appena mi hanno dato spazio ho estratto la pistola”. È il racconto dell’ora e mezza da incubo vissuta dal commerciante e dalla sua famiglia ieri sera, dopo l’ingresso dei tre rapinatori armati nella loro villetta di Rodano, in provincia di Milano. Soprattutto Corazzo ha raccontato che per sua fortuna i rapinatori non si sono accorti della pistola nascosta nella giacca.

Una rapina culminata con l’uccisione, da parte di Corazzo, di uno dei tre delinquenti. “Ero appena rientrato da lavoro in moto quando i rapinatori mi hanno preso nel garage. Mi hanno toccato il giubbotto per sentire se avevo armi addosso, ma per fortuna ero talmente imbottito per il freddo che non hanno sentito la pistola che avevo nella tasca della giacca. Ero armato perché il mio lavoro richiede quello” ricostruisce il gioielliere.

Una volta entrati in casa, prosegue Corazzo, “ci hanno tenuti un’ora e mezza sotto la minaccia di una pistola e di un coltello. Hanno preso i soldi che avevo in tasca, i gioielli di mia moglie e le pistole che avevo nel caveau. Loro però sapevano che avevo molto di più, che avessi soldi e molto oro. Erano nervosi, mi urlavano ‘bugiardo, dicci dove hai nascosto i soldi, abbiamo fatto 400 km per venirli a prendere’. Ma io non avevo più nulla da dargli e gli ho risposto ‘smontate pure la casa’. Uno allora mi ha colpito con schiaffo minacciandomi: ‘avete due minuti per parlare tra voi e dirmi dove sono i soldi, poi siete finiti’. A quel punto ho deciso di sparare un colpo per fargli capire che ero armato e mandarli via”.

I tre hanno deciso quindi di fuggire dal garage con le refurtiva, ma non riuscendo ad aprire la cler, secondo quanto affermato da Corazzo, “sono tornati alla carica sparando sei colpi con la pistola che avevano preso nel mio caveau, una 357 magnum. L’ho riconosciuta subito perché è una pistola con una canna molto grossa, sportiva, che uso per sparare al poligono. Sentivo i proiettili che mi sfioravano. Quindi ho risposto al fuoco, ma senza prendere niente. All’ultimo momento due di loro sono venuti contro di me, lì ho nuovamente aperto il fuoco e devo averlo colpito”.

“La mia versione è documentabile, è quella che vedranno gli inquirenti nelle cassette del sistema di videosorveglianza”. “I rapinatori mi hanno chiesto di staccare il sistema di videosorveglianza dopo circa un’ora da quando sono entrati in casa”. Dopo la sparatoria, però i due complici del malvivente ucciso, “mentre scappavano hanno lasciato cadere il registratore, dove ci sono tutte le registrazioni. Non ho problemi, la mia versione è quella che potranno vedere gli inquirenti. Un’ora buona è registrata, con le minacce e ciò che avvenuto all’interno e all’esterno. Quindi è tutto documentabile”.

E della vicenda ha parlato anche Roberto Maroni, il governatore leghista della Lombardia (vedi video in alto in questo articolo). A  margine di un convegno al Pirellone ha detto:

“E’ andato a cercarsela. E mi sembra che questa posizione sia condivisa anche dalla procura, che ipotizza la legittima difesa e non l’eccesso colposo. Se per caso dovessero cambiare l’accusa in eccesso colposo di legittima difesa, ricordo che abbiamo approvato una norma per il patrocinio legale gratuito”.

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