Alleanza Coop. Braccio di ferro tra Italia e Spagna su pesce spada

Pubblicato il 22 Maggio 2017 - 19:16 OLTRE 6 MESI FA
Pesce spada

Pesce spada

BELGIO, BRUXELLES – Si sta trasformando in un braccio di ferro tra Italia e Spagna la questione della ripartizione delle quote di pesca spada, con la Commissione uropea che sta lasciando agli iberici ampio spazio nei negoziati intra-europei per definire i singoli contingenti nazionali.

Lo denuncia l’Alleanza delle Cooperative Pesca, secondo cui l’Italia si ritroverebbe a pagare da sola i pessimi risultati del negoziato Iccat, la Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tunnidi Atlantici, dove la quota per l’Europa è passata dal 75% al 70%.

”Pur essendo il principale produttore europeo di spada con circa il 40% delle produzioni mediterranee, l’Italia rischia di ritrovarsi con un quantitativo di pesca al disotto del fabbisogno”, fa sapere l’Alleanza, che paventa una nuova tegola per i pescatori. Nel corso dei negoziati, infatti, ricorda l’Alleanza, l’Ue ha ceduto il 5% della propria quota a vantaggio in primis della Turchia.

L’ipotesi che si va delineando è di avere 3.700 tonnellate contro le oltre 4.200 legittimamente attese. Alla base di questo c’è un differente meccanismo di calcolo per definire il livello medio di catture nel corso degli ultimi anni. ”Mentre in sede Iccat ci si è avvalsi di un arco temporale ampio (2010-2014) – spiega l’Alleanza – oggi in Europa si sta cercando di ridurre la forchetta al periodo 2012-2014, danneggiando l’Italia, senza poi dimenticare l’ulteriore calo delle quote del 15% che colpirà il settore dal 2018 al 2022”.

Un duro colpo alle produzioni nazionali e un assist per l’import proveniente dal nord Africa, dall’Atlantico e dal Pacifico che, secondo l’Alleanza, potrebbe far registrare un aumento di oltre il 30% di prodotto congelato nei mercati e sulle tavole degli italiani.