Francia, italiano morto in cella: per la Procura non c’è stata violenza

Pubblicato il 30 Agosto 2010 - 20:40 OLTRE 6 MESI FA

Le risposte arriveranno domani, con l’autopsia. L’esame sul corpo di Daniele Franceschi, l’italiano di 36 anni morto il 25 agosto nel carcere di Grasse (Nizza), potrà  dire se c’è stata violenza, prima di tutto. Un’ipotesi che, comunque, i magistrati francesi oggi hanno escluso. Da un sommario esame della salma non emergerebbe niente che lasci pensare a una causa del decesso diversa dall’infarto.

Franceschi, carpentiere viareggino, separato dalla moglie e padre di un bambino di 9 anni, era in carcere da cinque mesi con l’accusa di falsificazione e uso improprio di una carta di credito, usata in un casinò della Costa Azzurra. Dalla cella aveva scritto alla madre, dicendo di aver subito soprusi e maltrattamenti, anche legati al fatto di essere italiano.

Le autorità francesi hanno sempre parlato di ”collasso cardiocircolatorio”, ma la madre del giovane non è convinta. Non solo per quelle lettere, ma anche per i ritardi che ci sarebbero stati nell’avvertire la famiglia: il decesso è stato registrato alle 19.15 del 25 agosto; le autorità consolari italiane sono state informate la mattina del 26 alle 11.

L’attesa dell’autopsia si è allungata. Sembrava che l’esame fosse stato fissato per stamani, invece ci sarà domani. ”Non ho capito se c’è stato uno slittamento – ha detto la madre – o se c’è stata solo un’incomprensione fra noi e le autorità francesi”.

Intanto, la procura di Grasse ha incaricato la polizia di interrogare gli agenti che hanno seguito Franceschi da quando è stato sottoposto nel mattino ad elettrocardiogramma fino alla sera, quando è stato trovato cianotico in cella. All’autopsia di domani dovrebbe partecipare anche un medico legale incaricato dalla famiglia Franceschi.

”Per evitare qualsiasi fraintendimento – ha spiegato il console d’Italia a Nizza, Agostino Chiesa Alciator – il procuratore di Grasse ha incaricato due medici legali francesi di assistere all’autopsia. Su richiesta della famiglia ho chiesto di far intervenire anche un medico legale da loro indicato, insieme a un medico di fiducia del Consolato d’Italia. Sulla base delle decisioni che prenderà domani il procuratore, vedremo le modalità di incontro fra i due medici legali francesi e quelli di fiducia della famiglia e del Consolato”.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha assicurato che il ”Console a Nizza è, dal primo momento, in contatto con i familiari, anche perché sia consentita la presenza di un perito di fiducia della famiglia all’esame autoptico”. E ha risposto a un attacco dell’Idv che, per voce di Leoluca Orlando, lo ha definito ”complice della morte” di Franceschi, parlando di ”un vero e proprio nuovo caso Cucchi”.

Parole ”spregevoli”, ha replicato Frattini, pronunciate da chi ”non perde occasione di mostrare la propria immagine indegna del ruolo di parlamentare”. In attesa delle risposte dell’autopsia, la madre di Franceschi, Nizza con alcuni parenti, si affida ai rappresentanti italiani a al proprio avvocato.

”Per ora le autorità francesi non ci sono state troppo vicine”, spiega prima di formulare un auspicio: ”vorrei che questo grande dolore potesse servire a renderli più umani nei confronti degli italiani, che potesse servire a evitare che altri passino quello che ha passato mio figlio. Vorrei almeno questo”.